Il vespista Lorenzo è a 400 chilometri da Istanbul
Partito lo scorso maggio il 23enne varesino sta per raggiungere la meta dopo un viaggio pieno di avventure. Ma è solo il giro di boa, perchè poi lo attende il percorso di ritorno
Lorenzo Triacca è a 400 chilometri dalla meta. Il vespista varesino partito lo scorso maggio alla volta della Turchia sta per arrivare a Istanbul. Se lo avete seguito sul suo blog sapete già delle mille avventure che ha vissuto, ma qualcosa desideravamo ancora chiederglielo e così li abbiamo contattato:
Ciao Lorenzo dove sei arrivato e quanto ti manca?
«Mi trovo a nessebar sulla costa bulgara del mar nero, continuerò a scendere lungo la costa ma facendo una sola tappa ancora prima di dirigermi verso il confine con la Turchia. A Istanbul mancano poco meno di 400 km. Poi da li dovrebbero essere ancora circa 2000 prima di rimettere le ruote sul suolo italiano».
Stai rispettando la tabella di marcia che ti eri preparato?
«In realtà non avevo una tabella di marcia ma un’idea di massima con i luoghi più interessanti, ma non c’è niente di meglio che scoprire la strada giorno per giorno anche con i preziosi consigli della gente del posto».
Qual è stata l’esperienza più bella vissuta fino ad ora?
«Penso che l’esperienza più bella sia stata riuscire a far ripartire la vespa dopo un problema così grande. Vedere la disponibilità e la voglia di aiutarmi da parte di tutti è stato qualcosa di impagabile».
Quale la più brutta?
«Beh la più brutta di sicuro quando mi si è fermata la vespa. Per i primi secondi ho pensato "ecco è già finita" ma poi mi sono adoperato subito e ne sono uscito bene. Paradossalmente dal momento più brutto ne sono uscite le emozioni più belle».
Hai conosciuto persone interessanti?
«Ho conosciuto molte persone, tutte interessanti a loro modo. Hanno tutti una storia da raccontare, gli altri viaggiatori ti parlano delle loro esperienze e la gente del posto ti racconta la propria terra con orgoglio. Non saprei sceglierne uno in particolare, non per ora almeno».
Cosa stai imparando da questo viaggio?
«Sto imparando molto. Soprattutto il rispetto e la riconoscenza, non che prima non ne avessi, verso questa gente umile e semplice pronta a mettersi a tua completa disposizione. Forse dipende anche dal fatto che non sono un semplice turista ma sono in viaggio, non saprei ma mi guardano con uno spirito diverso».
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