“Un lago traditore dove l’acqua cambia di temperatura”
Parla Gian Paolo Porretti, istruttore Opsa della Croce Rossa Italiana. “I fattori di rischio sono la conoscenza del luogo, ma anche la condizione di chi affronta l’acqua”
Il motivo per cui in tanti non si fidano a fare il bagno nel lago di Varese non sta nel divieto di balneazione, ma in un termine tecnico e molto conosciuto dai subacquei: termoclino. Si chiama così la capacità di uno specchio d’acqua di cambiare rapidamente temperatura e di avere quindi diversi strati d’acqua.
Una premessa: non è dato di sapere per ora la causa della morte del povero Ylie Butnariu, l’uomo di 45 anni che ha perso la vita ieri, domenica 5 agosto alla punta di Voltorre, a Gavirate: piuttosto, al di là delle ipotesi e di quanto i Carabinieri hanno raccolto nell’immediatezza dei fatti, è possibile capire qualcosa in più di questo lago, che offre scorci bellissimi, ma che non è comunque molto amato dai bagnanti.
Gian Paolo Porretti è un vecchio lupo di mare, ma anche al lago non se la cava male: è formatore di corsi di salvamento, istruttore OPSA della Croce Rossa Italiana, e subacqueo da decenni.
«Il lago di Varese è molto buio nel primo strato, poi, dopo un paio di metri di profondità l’acqua risulta limpida. Per questo succede che molto spesso si trovano degli strati d’acqua superficiali caldi. Ma poi, molto rapidamente, si passa al freddo. Non è infrequente il caso di una temperatura di 25 gradi o più vicino alla superficie, per poi scendere subito a 15 gradi».
In queste circostanze cosa accade?
«Dipende molto dalle condizioni fisiche della persona, dal suo grado di preparazione fisica e dal fondale. Cioè – spiega Gianpaolo – se una persona ha appena mangiato ed è in fase digestiva e magari non sa nuotare bene, appena entra in acqua e fa un paio di passi può esservi una sensazione piacevole di benessere, ma quando arriva alla cinta, e la temperatura cambia può subetrare una congestione e accusare un malore. A questo si deve aggiungere un altro fattore: il fondale».
Come si presenta? «Il lago di Varese in molti punti presenta la particolarità di scendere subito: entri in acqua e fai pochi passi poi vai giù. Qui sorge un problema, legato anche alla conoscenza del luogo. Si tratta di un lago non balneabile: in pochi conoscono il fondale, che può invogliare a camminare nell’acqua, ma poi tradire all’improvviso. Questo elemento, sommato all’incapacità di muoversi in acqua, all’aver da poco mangiato e alla questione del termoclino costituisce un mix terribile che non lascia scampo. La persona si accorge che sta male e non riesce a stare a galla, alza le braccia in cerca di aiuto e in quel momento annega: se non c’è una persona che sa come intervenire subito può succedere l’irreparabile».
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