Docenti precari in coda, in attesa del lavoro

Giornata di convocazioni per i docenti delle scuole superiori. Tutti si sono ritrovati al liceo Manzoni per conoscere il proprio destino

 Loro lo chiamano “il mercato delle vacche”. Si tratta della convocazione dei docenti precari per assegnare i posti liberi nelle scuole, in modo da iniziare l’anno scolastico con tutti i professori. Quest’anno, complici i ritardi del Ministero, le convocazioni dei docenti delle superiori sono arrivate solo due giorni fa: tutti chiamati oggi, venerdì 7 settembre, al liceo Manzoni di Varese. Tutte le classi di concorso sono chiamate, tra mattina e pomeriggio, dal pool di dirigenti incaricato di svolgere questo gravoso compito.

Docenti con carrozzine o bambini al seguito, o aspiranti docenti accompagnati dal padre o dalla madre, si sono ritrovati sul piazzale del liceo. Volti conosciuti che raccontano storie di precariato lunghe o brevi.
Tiziana, da anni nella scuolaè la prima in graduatoria per francese alle superiori: « Di cattedre, però, non ce ne sono. Un meccanismo perverso mi permetterà di raggiungere il mio traguardo tra uno , massimo tre anni. Da decenni vivo l’esperienza della convocazione. Solo quindici anni fa ho trascorso un periodo d’oro rimanendo nella stessa scuola per cinque anni. Chi me lo fa fare? La grande passione…e tanta pazienza».

Di pazienza non sembra averne più Mariangela che, all’età di 48 anni, non sa che fine farà: « ieri ho pensato seriamente di smettere. Ma che faccio alla mia età? Questo senso di precarietà continua ti fa sentire sempre instabile. E poi, ricordiamoci, che quando la scuola finisce a giugno, noi siamo disoccupati, anche ai fini della pensione».

In graduatoria tra il settimo e il decimo posto sempre per francese anche Paola, Daniela, Enrica ed Emanuela: insegnano tutte da oltre 20’anni e ogni anno si ritrovano qui: « Il brutto di questo sistema è che continuano a cambiare le regole e che tendi a diffidare di tutti. Ci mette gli uni contro gli altri».
Ancora speranzosa è Serena, precaria da “soli” 8 anni: «Insegno matematica e fisica: sono alla ventesima posizione. In otto, dieci anni, dovrei farcela a raggiungere il ruolo. Io voglio insegnare, ho fatto una scelta precisa. Lavorare come ricercatrice non mi interessava».
 
Chi si ritrova da anni, con un appuntamento fisso, è il “plotone” degli insegnanti di educazione fisica: « Sappiamo che ci sono posti da assegnare , ma non si sa se sono stati dati. Siamo tutti qui…» commenta Gianfranco che si confronta con i colleghi sulle ore disponibili nelle scuola.
Una delle storture del sistema è la gestione delle ore da parte delle scuole: « Le ore di supplenza ci sono e anche tante ma poi non arrivano all’Ufficio scolastico e i presidi le gestiscono individualmente» affermano alcuni docenti in attesa. 

Le ore passano e la confusione aumenta. Ogni tanto appare un preside e chiama a raccolta una “classe di concorso”. Il gruppo , più o meno numeroso, si incammina verso il nuovo contratto. Anche per quest’anno è andata…. forse

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Settembre 2012
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