La Uil promuove l’idea di riorganizzare gli aeroporti milanesi
La proposta avanzata a Cernobbio convince anche il sindacato
«La Uil di Milano e Lombardia prende atto con soddisfazione della consapevolezza che si è manifestata in occasione del dibattito promosso a Cernobbio dallo Studio Ambrosetti sulla necessità e sull’urgenza di stabilire, nell’ambito del Piano aeroporti elaborato dal Ministero, i ruoli degli aeroporti milanesi per evitare che Malpensa si avvii verso una situazione di crisi irreversibile». Così Walter Galbusera, della Uil, rilancia anche l’allarme sui numeri del sistema aeroportuale e sugli squilibri tra Linate e Malpensa: «Del resto i numeri confermano i timori: nei primi sette mesi dell’anno il traffico passeggeri cresce del 3,7% a Linate mentre scende del 3,6% a Malpensa. Nonostante questo pericolo fosse da tempo presente e sottolineato ripetutamente dalla UIL, lo stesso decreto Bersani bis è rimasto finora lettera morta, sia per responsabilità governative che per quella della proprietà ( il comune di Milano) che si è distinto negli anni per una totale assenza sul progetto strategico di sviluppo della Sea. Ancora più sorprendente è l’atteggiamento delle istituzioni locali di Varese che si sono comportate come se l’aeroporto di Malpensa non fosse collocato nel proprio ambito territoriale. A questo punto non bisogna lasciar cadere il dibattito affrontando con tempestività e determinazione le scelte adeguate che pur sono state indicate con chiarezza in questi giorni. Quale che sia l’evoluzione della scelta di quotazione in borsa e degli assetti proprietari che saranno decisi dal Comune di Milano, si devono avviare da subito le procedure per restituire a Malpensa la sua funzione di hub multi vettore, così come indicato dal Piano Aeroportuale. Premesso che è compito della politica fare le scelte necessarie, tocca alle sedi istituzionali, a partire dal ministero delle infrastrutture, e al comportamento attivo e responsabile della proprietà avviare le procedure che devono portare alla modifica degli assetti attuali. La situazione di difficoltà, come era prevedibile, comincia a produrre effetti preoccupanti anche per quanto riguarda le attività di handling. In particolare Sea handling si trova a fronteggiare anche il rischio di perdita di attività a causa del meccanismo di ricerca esasperata di riduzione dei costi da parte dei vettori. Per questo è indispensabile che il ministero promuova un incontro con tutte le parti interessate per individuare un progetto chiaro e i tempi di realizzazione per restituire al sistema Sea un corretto equilibrio nel contesto di una strategia complessiva».
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