Hot Gossip e There Will Be Blood in concerto al Twiggy

L'Appuntamento è per sabato 27 ottobre, dalle 22.30

Sabato 27 ottobre appuntamento al Twiggy Club di Via De Cristoforis per una serata che vedrà sul palco gli Hot Gossip, aprono la serata i There Will Be Blood (ore 22:30, sottoscrizione € 7 con tessera ARCI).

Gli Hot Gossip nascono a Varese nell’estate del 2004. Giulio Calvino, cantante e chitarrista dei Candies (all’attivo due album “Leaving Our Homes” e “Dense Waves Make Your Eyes Wider”, collaborazioni illustri con artisti del calibro di John Convertino dei Calexico e Kevin Branstetter dei Trumans Water ed estenuanti tour in mezza Europa) mette fine al progetto Candies e incontra Luca Fontaneto e Nicola Zenone (rispettivamente batterista e bassista dei The Fog In The Shell). I tre incominciano a suonare insieme a Milano. Il primo singolo del gruppo “Stab City” (Ghost Records/2005) viene registrato e prodotto da Giulio Favero (ex One Dimensional Man) presso “La Sauna” di Varano Borghi (VA) e contiene tre brani che riportano alla mente i Brainiac e The Strokes. L’album d’esordio sulla lunga distanza degli Hot Gossip ANGLES viene dato alle stampe nel 2006. Le canzoni “Haarp” e “Real mess” vengono selezionati rispettivamente per una compilation giapponese e francese. Il bassista Nicola Zenone lascia il gruppo nel mese di settembre del 2006, sostituito da Sergio Maggioni, chitarrista dei PuntoG. Tra il 2007 e 2008 la band ha l’opportunità di esibirsi in prestigiosi eventi come Eurosonic e Popkomm. Sempre nel 2008 la già citata “Real mess” viene inserita nella colonna sonora del film “Non pensarci” di Gianni Zanasi. A fine anno il batterista Luca Fontaneto decide di lasciare il gruppo e viene sostituito dal giovane Giacomo Zatti. Il secondo album degli Hot Gossip YOU LOOK FASTER WHEN YOU ARE YOUNG esce per Ghost Records il 20 marzo del 2009. Dopo una lunga attesa durata 3 anni e il passaggio a Foolica records il 12 marzo 2012 esce il nuovo album degli Hot Gossip “Hopeless”. Un detto abbastanza famoso recita: “se continui a pensare a quello che ti piacerebbe fare o a quello che vorresti ti accadesse, finirà che non farai un bel niente e soprattutto che nulla di ciò che vuoi ti accadrà.”
Siamo circondati da persone che “vorrei ma non posso/non voglio”: Giulio Calvino, a differenza di tutti questi, è stato capace ed ha voluto esserlo fino in fondo: Hopeless ne è la felice dimostrazione. Dopo una breve pausa di preparazione e di esperimenti necessari a musicare le proprie idee, si è chiuso nel suo home studio per diversi mesi, elaborando quello che poi è defluito naturalmente in questo terzo lavoro. Questa intensa e intima esperienza ha portato con sè 8 brani permeati dalla misantropia e una sfiducia nel genere umano che ha tolto tutte le speranze: il titolo non poteva essere che Hopeless. L’album si muove tra atmosphere marcatamente soniche e slanci stile punk newyorkese. Ci sono episodi piu’ legati al noise-pop di Glasgow e passaggi incandescenti, il tutto pervaso da questo spirito degli anni ottanta e novanta disarmonici, sperimentali, psicotropi che segna l’album dalla primo all’ultimo suono.

In apertura il trio blues There Will Be Blood, che presenterà l’EP “One To Nothing” (Diddley EP), pubblicato da Ghost Records in versione digitale e reso disponibile per il download gratuito sulla pagina Bandcamp dell’etichetta varesina. L’EP sarà presto anche disponibile in vinile 7″.

I There Will Be Blood nascono nel 2009. Riccardo Giacomin e Davide Paccioretti sono due bassisti, che condividono la passione per la musica blues del Mississippi e per le atmosfere polverose e aride del West America. I due decidono di creare una band e di abbandonare le quattro corde in favore delle chitarre.
Da subito si presenta la necessità di una batteria, che sia potente e asciutta, secca e violenta, capace di sostenere i riff delle due chitarre. Mattia Castiglioni suona a studia batteria sin dal liceo e ha già condiviso il palco con Riccardo. L’idea di un gruppo con 2 chitarre e una batteria incuriosisce subito Mattia e dopo un paio di prove la band è formata. Il gruppo lavora assieme allo sviluppo dei testi che diventano storie sempre più complesse, oscillando fra il noir ed il western, attingendo a piene mani dall’horror e dall’iconografia del cinema di genere.
Per dare un nome alla neonata formazione i tre prendono in prestito il titolo del film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day-Lewis, in virtù delle atmosfere crude, ma evocative, della pellicola. Si delinea già l’idea di un concept album che racconti il cammino di uno sfortunato protagonista alla ricerca della propria redenzione. There Will Be Blood diventa frase simbolo della maledizione del personaggio, ovunque vada le sciagure lo seguono e il sangue scorrerà.
Come le prime pagine di un romanzo ad anticipare l’arrivo del primo album, nel maggio del 2010, i ragazzi producono l’EP “Prologue”. Il gruppo comincia a muovere i primi passi sui palcoscenici e comincia ad intrecciare una piccola, ma fitta, rete di contatti con gli appassionati di blues, arrivando così ad esibirsi in alcuni dei più importanti festival blues del nord Italia.
Con i proventi raccolti nei concerti il trio autoproduce nel giugno 2011 il concept album “Wherever You Go” che, con il nome della band “There Will Be Blood”, compone la maledizione del protagonista del concept. Wherever you go, there will be blood: ovunque andrai scorrerà del sangue. Il 7 maggio 2012 l’album è reso disponibile digitalmente sul sito Bandcamp di Ghost Records, nella modalità “name your price”.

Il 18 ottobre esce l’EP “One To Nothing (Diddley EP)”. L’EP è scaricabile dalla pagina bandcamp di Ghost Records gratuitamente o al prezzo che l’acquirente vorrà indicare. Nell’Africa occidentale i bambini suonavano il DIDDLEY BOW battendo un bastone su di una corda tesa, cambiandone l’intonazione facendovi scivolare sopra una pietra liscia. La presenza del Diddley Bow negli Stati Uniti risale forse al 1930, quando gli schiavi lo fabbricavano come giocattolo per i loro figli. Nulla di più che una perlina da soffitto, una corda di basso, un lamierino per capotasto e uno per ponticello, con un pick-up ad elettrificare il suono per darlo in pasto agli amplificatori. I There Will Be Blood non hanno inventato il diddley bow, così come non lo hanno inventato le centinaia di blues man che lo hanno suonato prima di loro. I TWBB ne hanno solo costruito uno. E lo hanno suonato. Quattro brani: voce, batteria e Diddley. Le parti strumentali vengono registrate in analogico nell’arco di un solo pomeriggio alla Sauna Recording Studio di Varano Borghi, per poi essere spedite otto ore nel futuro in Australia, a Brisbane, dove nello sgabuzzino di uno studio di design vengono incise le voci su di un registratore portatile. Un disco realizzato suonando uno strumento artigianale fatto in casa, che vede la luce solo grazie alla comunicazione digitale fra due continenti. Perchè l’albero cresce, i suoi rami arrivano lontano, alti e distanti gli uni dagli altri, ma le radici danno linfa al legno e il legno della diddley ha radici nel blues.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2012
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