Disoccupazione, allarme della Cgil: “Manca un piano per il lavoro”
A Varese, la disoccupazione sfiora l'8% (era il 3,5% nel 2008), la disoccupazione femminile supera il 10%, quella giovanile (15/24) è intorno al 34%
Un altro triste record da battere è arrivato questa mattina con i nuovi dati sulla disoccupazione diffusi dall’Istituto nazionale di statistica. A ottobre, i numeri dell’Istat denunciano livelli di disoccupazione in costante crescita: 11,1% il tasso nazionale (di 2,3 punti superiore allo stesso mese del 2011), addirittura il 36,5% tra i giovani 15/24 anni (+ 5,8% su ottobre 2011).
In Lombardia, il tasso di disoccupazione del terzo trimestre 2012 raggiunge il 6,7%, con un aumento di 1,8 punti percentuali sullo stesso trimestre dello scorso anno.
«La situazione è esplosiva – commenta Franco Stasi, segretario generale della Camera del Lavoro di Varese – e i dati diffusi questa mattina non fanno altro che confermare ciò che andiamo dicendo da mesi, le politiche recessive di questo governo non stimolano la crescita del Paese e dell’occupazione in particolare. Non c’è un piano industriale, manca un piano del lavoro, non si intravede alcuna strategia di equità e la politica degli accordi separati – una prassi forse ereditata dal precedente governo – non favorisce certo la coesione sociale, soprattuto in un periodo di crisi così acuta. Insomma, non si vede una strategia di uscita dalla recessione».
A Varese, la disoccupazione sfiora l’8% (era il 3,5% nel 2008), la disoccupazione femminile supera il 10%, quella giovanile (15/24) è intorno al 34%, ma considerando la fascia fino ai 35 anni di età raggiunge addirittura il 41%. «A partire dal governo Berlusconi fino ad arrivare all’attuale governo Monti non si è ancora intervenuti su 47 diverse tipologie contrattuali – rimarca Stasi – e con la riforma pensionistica si è anzi creato un tappo che “congela” il mercato del lavoro, mentre la riforma Fornero non ha creato un solo posto di lavoro in più. Non c’è stato uno sblocco delle assunzioni , e anzi, nella nostra provincia l’80% dei nuovi avviamenti avviene con contratti precari. L’insostenibilità di questa situazione è ben rappresentata dalle manifestazioni degli studenti di queste settimane, che non protestano più soltanto contro i tagli alla scuola e per il diritto allo studio, ma si mobilitano e lottano per guadagnarsi una possibilità di vita futura che non sia un pellegrinaggio continuo di stage in stage e la precarietà come stella polare. Non per niente il 14 novembre scorso migliaia di ragazzi sono scesi in piazza con noi per dire basta alle poltiche di austerità dell’Europa e di questo governo».
Intanto arrivano anche i dati provinciali di novembre degli iscritti alle liste di mobilità: 1.108 i licenziamenti nel solo mese di novembre, oltre il doppio del mese precedente (416). Complessivamente, i licenziamenti del 2012 toccano a novembre quota 5.042, una soglia che nel 2011 era stata raggiunta soltanto a dicembre. «Quattro su cinque di questi licenziamenti avvengono nelle piccole imprese – conclude Stasi – per questo, insieme a Cisl e Uil, abbiamo fatto un appello il mese scorso per il rifinanziamento della cassa in deroga. Un appello che per ora è rimasto inascoltato, visto che i fondi stanziati per il 2013 a oggi non coprono neanche il 50% delle risorse utilizzate nel 2012».
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