Il giudice ordina al comune di pagare un’azienda
Non vale la scusa del patto di stabilità. Per il tribunale tra i due contraenti c'è un rapporto privatistico. Vince la ditta che ha effettuato i lavori di ristrutturazione a Villa Mirabello. Causa pilota anche per altri
Il patto di stabilità ha limitato fino a questo momento i pagamenti verso i fornitori del comune, ma una ditta è riuscita a farsi liquidare la somma dovuta grazie all’intervento del giudice. E’ accaduto alla Selva Mercurio srl, società edile che ha compiuti i lavori di ristrutturazione di Villa Mirabello, nel parco dei Giardini estensi.
La ditta si era rivolta al tribunale perché l’amministrazione non aveva ancora liquidato, lo scorso febbraio, la fattura di 69mila euro circa per il restauro conservativo e l’adeguamento funzionale.
Il comune non pagava perché, a suo dire, è sottoposto al vincolo del patto di stabilità, e aveva dunque deciso di procrastinare la somma. Nel luglio del 2011 la ditta aveva ottenuto un decreto ingiuntivo dal giudice Agozzino del tribunale di Varese.
A febbraio la causa è approdata al giudice Buffone del tribunale di Varese, la società ha chiesto la conferma del decreto ingiuntivo, e ha ottenuto il diritto ad avere spese legali e interessi
Palazzo Estense aveva fatto resistenza chiedendo di dichiarare il pagamento non dovuto nei termini reclamati, anche se non è mai stata contestata la bontà dei lavori effettuati. La somma è stata effettivamente versata da Palazzo Estense il 14 febbraio, nella cifra di 69mila 788euro e 50 centesimi.
A gennaio ci sarà una terza tranche per le richieste istruttorie, l’amministrazione chiederà un parere all’ANCI sull’opportunità di continuare la causa.
La pronuncia positiva per la ditta è stata giustificata con la necessità di evitare «che il tempo potesse pregiudicare la ragioni del creditore» e per evitare tattiche dilatorie. Il giudice ha considerato il rapporto tra comune e ditta come fosse di natura privatistica e dunque non ha tenuto conto dei vincoli “politici” del patto di stabilità. A luglio dunque il comune ha dovuto pagare anche gli interessi maturati. Palazzo Estense ha infine rinunciato ad andare avanti nella causa.
La morale della storia è che secondo una parte della giurisprudenza motivare i mancati pagamenti ai fornitori con il patto di stabilità non è corretto, poiché il nesso di causa tra le due cose non è semplice da dimostrare. Una vicenda che potrebbe fare da apripista per altre aziende che si trovano nella stessa situazione.
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