MartiNeto: mitica creatura con due teste e tre gol

Le due punte del Varese si fondono per riporare alla vittoria i biancorossi. Solo così si può far meglio di Dunston e della scatenata Pro Patria. Ma le regine della pallavolo non si presentano alla festa

(d. f.) Il weekend sportivo poteva essere un gran ballo di gala ma le principesse invitate – Unendo Yamamay e Asystel Mc-Carnaghi non si sono presentate. E così la festa c’è stata lo stesso, e anche travolgente, ma è sembrata di più uno riuscitissimo addio al celibato: si divertono solo gli uomini sia che indossino le maglie da calcio di Varese e Pro Patria, sia le canotte da basket della Cimberio. Quest’ultima arriva a sette vittorie con un Dunston fantasmagorico ma per una volta cede la copertina ai biancorossi del football che mancavano da troppo tempo l’appuntamento con un successo convincente. Ecco dunque che dal diluvio di Masnago nasce il "MartiNeto", mostro fornito di due teste e tre gol che aiuta Castori a uscire dalla palude e tornare «a riveder le stelle».

Pagellone numero 98 del 12 novembre 2012

Leo Neto Pereira e Daniele Martinetti 8,5 – Per rompere un digiuno di vittorie lungo otto giornate non possono bastare giocate normali. Ecco allora che il "MartiNeto" prende forma al 17′ del primo tempo di Varese-Padova: assist in semirovesciata dell’ex attaccante del Sassuolo ribadito in rete con una girata da terra dell’idolo brasiliano. Giocata da cartone animato che galvanizza i due attaccanti di Castori che a quel punto non si fermano più: il MartiNeto va in gol altre due volte, prima con la sua versione carioca e poi con quella italiana che centra anche la traversa. E il Varese festeggia.

Frank Vitucci 8 – L’abbiamo già accennato: il Dunston (e di spunti per fare un bel titolo ce ne sono già arrivati parecchi…) visto a Biella è come certe montagne del Tour de France, hors catégorie, fuori categoria anche per il Pagellone del lunedì. Il voto del parquet va quindi all’implacabile autista del lanciatissimo autobus Cimberio: anche in Piemonte i suoi aggiustamenti in corsa (cioé nell’intervallo lungo) hanno liberato le grandi energie dei giocatori biancorossi. E dopo la partita Frank fa il duro anche in sala stampa: non vuole divertirsi, vuole vincere. Lo ha detto chiaro e tondo e chi non lo ha capito, peggio per lui.

Luca Giannone 7 – La qualità del campione è quella di uscire nei momenti difficili e risolvere le situazioni intricate. Così ha fatto il numero 10 della Pro Patria, che dopo lo 0-2 subito da Del Sante (bravo, voto 7 anche a lui) si è caricato la squadra sulle spalle e ha deciso di ribaltare il risultato della gara con il Mantova. Ben supportato, va sottolineato, dai compagni di attacco Cozzolino, Serafini e Falomi, una sarabanda di punte da far sembrare i Tigrotti il Foggia di Zeman. Per Giannone il tabellino parla di un assist illuminante sul gol che riaperto la gara (nel finale di primo tempo) e una perla da trenta mentri per la rete del sorpasso: che sinistro, ragazzi!

Ilaria Garzaro 5 – Gli sfottò dei tifosi di Villa Cortese ai danni dei "cugini" bustocchi sono durati lo spazio di poche ore perché pure l’Asystel, nei poco graditi panni di Penelope, ha ben pensato di disfare con Conegliano la tela di fiducia così faticosamente cucita nelle prime giornate. Una certa discontinuità può essere giustificata in giovani come Veljkovic o giovanissime come Parrocchiale, non in una ragazza che ha nel curriculum tre scudetti e coppe assortite; non si tratta di fare la differenza, ma due punti in tre set sono davvero una miseria. Perché sia chiaro, se non lo era già prima: Villa può diventare grande, però solo a patto che tutti diano sempre il meglio.

Francesca Marcon 4,5 – Non è certo lei a meritare il voto più basso in casa Unendo Yamamay, anzi: nella disastrosa trasferta di Pesaro quasi tutte hanno fatto di peggio, persino il fenomeno Lloyd. Ma il punto è che se anche Cisky finisce dietro la lavagna, vuol dire che tra le farfalle non funziona proprio niente: è sempre stata lei il collante universale per una squadra che adesso sembra un puzzle di quelli da diecimila pezzi, appena tolto dalla scatola. Di pazienza Parisi ne ha tanta, di tempo un po’ meno; tocca perciò alla schiacciatrice veneta, capitano virtuale e regina di cuori(cini), passare sopra ad acciacchi e reciproche diffidenze e riprendere Busto per mano. Già da domani.

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Pubblicato il 12 Novembre 2012
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