Siete pronti per il “divanotv” al Twiggy?
Giovedì e venerdì sera (anzi notte: dalle 23) l'appuntamento è con un esperimento virtuale: portare in un locale (che di solito non ha la tivù!) Televisione e tablet per ricreare un gruppo d'ascolto che esiste già su Facebook
La televisione la mettiamo noi, "stravolgendo" per due giorni le abitudini del Twiggy, il locale di via De Cristoforis che notoriamente non guarda la tivù. Armati di satellite e digitale terrestre, nonchè di televisore HD e monitor per vedere bene in grande Facebook, GLocal "irromperà" nella saletta con il divano del locale, per "mostrare" dal vivo come si fa un gruppo d’ascolto tivù, come quello che la giornalista di Varesenews Stefania Radman ha già fatto partire, con successo, su facebook. Per vederlo basta collegarsi al suo "Divano e tivù" (e a dire il vero, anche con "Divano e Sanremo", "Il Divano canterino", "divano e Olimpiadi", "Divano ed Eurofestival" e via elencando eventi televisivi). Ma di che cosa si tratta, e cosa si fa con un gruppo d’ascolto su Facebook? Innanzitutto, la cosa più semplice è venire a vedere, possibilmente attrezzati di tablet, smartphone e voglia di divertirsi.
Ma per anticiparvi qualcosa abbiamo provato a chiederlo a chi di divano e tivù è già protagonista: i quasi cento iscritti al gruppo aperto.
«Un nuovo punto di vista sulla tv»: questo è il gruppo divano e tivù secondo la definizione della manager torinese (ma "esportata" in Sicilia) Laura Biason. Oppure «il posto dove spio le tendenze e copio le battute da esportate negli altri social network! – confessa Antonio Tuzzi, da Cagliari, manager in una grande compagnia telefonica, che aggiunge – La TV vivrà una nuova stagione grazie ai DIVANI (ed ai tablet)».
Stefano Redaelli, autore televisivo Rai e assessore ad Induno, non ha esitazioni: «Guardare Sanremo o XF senza commentarlo su Divano&…? E’ come pensare alla TV quando non esisteva il telecomando e per cambiare canale bisognava alzarsi: preistoria del costume». Paola Miglio, da Oleggio, è ancora più tranchant «Il Divano è l’unica ragione per guardare la TV» Paola, tra l’altro, di solito non guarda la tivù, ma ha incominciato a commentare nel gruppo senza nemmeno vedere ciò che vedevano gli altri: «La mia prima volta del Festival di Sanremo è stata sul Divano. Senza TV. Ve lo ricordo eh….» Più o meno quello che fa Stefano Affolti, giornalista varesino, che confessa: «Guardo più tv attraverso il divano che attraverso lo schermo: amicizia, cazzeggio, ironia… e non c’è pubblicità». E a suo modo, anche Dario Pattaccini, conduttore televisivo da Bologna: «Un modo per far arrivare l’ora di andare a letto: io ormai, uso la tv come radio, in pratica seguo l’audio ma sono sempre sul pc…».
Divano e tivù è quindi il futuro della televisione o il ritorno alla buona vecchia visione collettiva, come avveniva per le partite, lo sbarco sulla luna o Rischiatutto? Beh, "Divano e tivù" innanzitutto è «Il gruppo della mia cuginetta giornalista, pieno di giornalisti, dove io che non sono giornalista ho incontrato un sacco di gente divertente. quindi: i giornalisti sono divertenti?» come si domanda Antonella Premoli: che, chi è,lo definisce da sola…. Per Anna Radman invece (vabbè, si capisce: sorella dell’autrice…) divano e tivù significa: «Passare le serate in compagnia… Anche se ultimamente non riesco a vedere nemmeno la sigla iniziale :-)» Anna infatti è in dolce attesa, e anche la tivù a volte stanca. Però: «Se divani&divani potesse venderlo lo proporrebbe come "l’unico divano che non ti fa dormire davanti alla TV"» chiosa al contrario Mario Dotta, imprenditore di San Dona di Piave, già direttore di una delle più grandi radio private del Nord Est.
La varesina Antonia Biscotti (che posta nel gruppo come Fabio Cova e Antonia), "casalinga, mamma, tassista tuttofare e altro" definisce invece chi ci passa, dal "Divano": «Divanisti con cui commentare tutto (ma proprio tutto)quello che passa per la tv!» e Rosella Cova si spinge anche più in là, dicendo che sono: «Amici virtuali e non». Un sentimento confermato da Sara Uslenghi, milanese, giornalista Condé Nast e una tra le prime partecipanti al gruppo«Amici virtuali, amici reali, cazzeggio intelligente :)».
«Comoda, seduta sul divano virtuale, mi vedo la TV …e persino i programmi più insignificanti con questa compagnia diventano interessanti» ammette Felicita Scardaccione, collaboratrice del Corriere del Mezzogiorno: lei il divano varesino lo vede dalla Puglia, e fa parte dello "zoccolo duro" del gruppo che ormai conta quasi cento persone, provenienti da tutta Italia. Come Silvio Maccarrone, da Catania, laureando in scenografia e uno degli espertoni delle serie tivù: per lui il divano è «Il gruppo giusto per parlare con cognizione di causa di quell’apparecchio elettronico che, se usato da solo, nuoce gravemente alla salute!!!» Una citazione da telefilm invece per Michela Gosparini, da Udine, insegnante e "maniaca seriale":«È il "central perk" di FB: c’è sempre qualcuno con cui dividere un caffè e quattro chiacchiere!». Una citazione cui segue a ruota la definizione del bolognese Mario Battacchi, che vede il divano come «Il bar di Cincin»
Per Paola Emilia Cicerone, giornalista scientifica che pubblica su Le Scienze e Wired è «un modo per non sentirmi sola quando sto per accendere la tv.: "ehi, che c’è da vedere stasera?" qualcuno risponde sempre.. ed è come se fosse nella stanza accanto…» Una sensazione provata anche da Lorella Ventura, che a Sasso Marconi si occupa di web marketing, altra esperta di serie televisive: «Sul proprio divano di casa può capitare di trovarsi davanti alla tv da soli. Qui invece non capita mai; c’è sempre un amico pronto a condividere con te la visione di un programma tv e un po’ di chiacchiere. Qualcuno con cui parlare, confrontarsi, ridere e scherzare. Divano & tv ( come tutti i divani di Stefania) è vivo, intelligente, divertente e frequentato da persone davvero speciali. Per me Divano & tv è un porto sicuro, una certezza».
«In verità io non so più bene cos’è…è quella cosa che quando arrivi a casa l’accendi (come facevo con la tv), passi da un divano all’altro ( con la tv cambiavo canale) ridi sguaiatamente, ti emozioni, a volte scappa la lacrima (io non faccio testo,) ti informi, ti fai un’idea, segui i programmi anche senza seguirli (e ti eviti un sacco di schifezze), incontri persone..alcune diventano amici reali (ohi, che bello!) altri riimangono virtuali, segui dibattiti su argomenti a volte improbabili e…insomma, a me piace un sacco!!!!» confessa un’altra amica bolognese dei divani, Deanna D’Agostino, insegnante. Un entusiasmo condiviso della farmacista ed esperta di benessere bolognese Silvia Sorace Maresca: «Divano & Tv è come avere amici in casa tutte le volte che vuoi ! Condividere opinioni su film e serie tv, chiacchierate da bar, a volte persino dolci e tisane ! È l’umanizzazione del Web ! …e io lo adoro !!!» Insomma: «Divano tv è il piacere dell’umanità senza sentirne l’odore»: come spiega l’ultima, definitiva, definizione della "divanista" Ludovica Amat.
I programmi di giovedì, raccontati dal "divanista" Silvio Maccarrone
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