Una mostra di parole il testamento artistico del conte Panza

Quella del pittore concettualista Lawrence Weiner appena inaugurata è la prima di ben 31 mostre pensate e progettate dal grande collezionista d’arte americana prima di morire, nel 2010

E’ la prima di ben 31 mostre pensate e progettate dal conte Giuseppe Panza di Biumo, grande collezionista d’arte americana scomparso nel 2010 quella che è stata presentata questa mattina, 24 gennaio 2013, nelle scuderie di Villa Panza. 

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Lawrence Weiner a Villa Panza 4 di 11

Il grande collezionista varesino ha infatti lasciato, prima di morire, un quaderno che illustrava dettagliatamente, con tanto di disegnini esplicativi fatti a mano, il progetto di oltre trenta mostre realizzate in tutti i particolari: «In qualche modo, con questo quadernetto, ha voluto dire a noi figli e a tutti quelli che gli erano vicino che non ci avrebbe mai lasciato, che sarebbe stato con noi a lungo, e che comunque avrebbe tenuto “sotto controllo le sue creature”» ha ricordato, con spirito ma anche una buona dose di commozione, la figlia Graziella Caccia Dominioni Panza presentando la prima delle collezioni messe in atto: quella del pittore concettualista Lawrence Weiner, che Giuseppe Panza seguì fin dagli anni sessanta.

La mostra presentata dal FAI nelle Scuderie e nella Limonaia della Villa consiste in otto opere che raccontano la ricerca di uno dei protagonisti della stagione concettuale e il suo rapporto con il collezionista milanese. I lavori di Weiner che verranno esposti sono tutti appartenenti alla Collezione Panza, eccetto “ One Kilogram of Lacquer upon a floor” (1969) oggi conservato al SFMOMA di San Francisco.

Quella di Lawrence Weiner (nella foto a sinistra) è un’arte particolare, che si concentra sulla forza della parola, intesa come entità che suggerisce significato e memoria a chi la guarda.
Con i suoi testi di varia dimensione e colore impressi sui muri, l’artista vuole far meditare su ciò che quelle parole possono esprimere, dando loro un nuovo senso e una totale libertà: una mostra quindi non solo per apassionati di arte moderna, ma anche per chi riflette sulle parole dal punto di vista estetico e semantico.

Tra di loro c’è anche “Earth to Earth Ashes to Ashes Dust to Dust”, installazione che ora appartiene al Guggheneim di New York,  e che per l’occasione è stata riposizionata dove il conte Panza la conservava originariamente, quando faceva parte delle sue "opere di casa": sull’ammezzato dello scalone di entrata della Villa. «E’ stato bello rivederla: era per noi ragazzini un ricordo importante» spiega Marco Magnifico, che oltre che direttore del Fai è anche un nipote del conte collezionista.

Insieme a quest’opera le scuderie ne ospitano altre sette: 6 testi su muro – la cui tecnica nel corso delle conversazioni con Giuseppe Panza – e un video, presentati dall’artista che era presente all’inaugurazione e ritrovava, dopo molti anni Giovanna, la moglie di Giuseppe Panza. «La storia che mi ha portato qui è iniziata negli anni ’60 e non si è ancora interrotta  – ha spiegato Weiner – Perchè questa non è una mostra che riguarda me, ma riguarda noi: me, Giuseppe Panza e le nostre conversazioni, che ci hanno portato ad osservare, tra l’altro come etica ed estetica indichino lo stesso concetto. E questa è la sintesi di questa iniziativa, che spero apprezzerete».

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Pubblicato il 24 Gennaio 2013
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