Fondazione Blini: morire o ripartire?

Si riapre il dibattito sulla fondazione che dal 2006 dovrebbe assistere i giovani della città ma che, ad oggi, ben poco ha fatto. E mentre i giovani avanzano le loro proposte, l'amministrazione annuncia il suo piano per il rilancio.

«Crediamo nei nostri ragazzi e uno spazio come quello che potremo offrire con la Fondazione Blini, un vero polmone per l’aggregazione giovanile. La nostra città è ricca di menti creative, di artisti, di voglia di fare. È un nostro dovere coltivare questa dimensione che può solo aprire nuovi orizzonti». Era con queste parole che nel 2007 il sindaco Gigi Farioli battezzava la nascente Fondazione Blini. Da quel giorno di marzo i giornali si sono riempiti di pagine che raccontavano le travagliate vicende della fondazione, ma sul territorio le iniziative non sono mai decollate.
«La realtà è che sono 6 anni che non rispondiamo alle esigenze dei giovani, fate quello che volete ma svegliatevi». E’ con queste parole che Stefano Gussoni, vice presidente della Fondazione Blini, parla al tavolo della Commissione Cultura convocata per discutere del suo futuro.
Anche se tra i due eventi non c’è alcuna correlazione, questo tavolo di lavoro si è riunito pochissimi giorni dopo la prima adunata degli studenti della città che rivendicano spazi, ma la Fondazione Blini non “vuole” essere la risposta. «Bisogna capire che il punto basilare della fondazione è che non può essere una Comunità Giovanile 2 o uno Stoà 2» mette in chiaro Gussoni, «almeno fino a che ci sarò io». Come ha spiegato in un comunicato, il vice presidente si riferisce al fatto che la fondazione deve essere un “ente sussidiario di secondo livello” e che per questo il suo compito è quello di «rimanere in secondo piano, dando sostegno ed aiuto alle altre realtà della zona». Proprio per questo la fondazione deve essere «un organo di adulti che aiuta i giovani» anche perchè «oggi non servono più centri di aggregazione».

Ma questo aiuto ai giovani, al momento, è nel pantano. Sono infatti solo tre i progetti attualmente operativi e per di più il direttore della fondazione (dopo essersi auto-sospeso lo stipendio) ha presentato le sue dimissioni e il consiglio di amministrazione è in scadenza tra pochi mesi. Nonostante questo l’assessore ai servizi sociali, Ivo Azzimonti, sottolinea che «l’amministrazione ancora crede in questo progetto anche perchè c’è una profonda esigenza da parte dei giovani». Proprio per questo annuncia che «appena dopo le elezioni presenterò la mia proposta per rilanciare la fondazione» che dovrà tener conto anche del problema della sede. In queste settimane è infatti in atto un confronto all’interno dell’amministrazione per decidere se consegnare alla Blini l’intera proprietà dell’ex liceo artistico in piazza Trento oppure se frazionare in più parti la grande struttura.
E per ripartire, c’è chi ancora pone l’accento sul nome di Giovanni Blini. E’ Marco Cirigliano ad insistere più volte sul fatto «quel nome è ancora molto pesante» e per questo «diverse associazioni della zona non intendono avvicinarsi alla fondazione». Per questo «oltre a fare un passo indietro come politici» bisognerebbe rivedere l’intitolazione «non come demerito di Giovanni Blini ma semplicemente per aprirsi maggiormente». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Febbraio 2013
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