Re Carlo tornava dalla guerra
Il "Ferguson della pallavolo" coach Parisi ha portato la Unendo Yamamay alla Final Four e al rientro da Baku è stato accolto come un generale vincitore. Con lui sul podio lo strepitoso Dunston
(d. f.) «Lo accolse la sua terra, cingendolo d’allor», canta De André (le parole sono di Paolo Villaggio in era pre-Fantozziana) nel brano dedicato a Carlo Martello. Un sovrano che ha lo stesso nome di battesimo di coach Parisi il quale, in un mondo dello sport che cambia allenatori come la biancheria (il riferimento a Villa non è voluto, anzi: buon lavoro a Chiappafreddo) il tecnico calabrese è una sorta di "Ferguson della pallavolo" e Busto è davvero diventata la "sua terra" vista l’accoglienza ricevuta al ritorno da Baku. A proposito: Carlo Martello fermò i "mori" e alla Final Four con Busto ci saranno due turche e un’azera… Ma un allenatore che domina dalla panchina viene accompagnato da un giocatore – di un altro sport – imperiale sul campo: parliamo di Bryant Dunston, forse l’unico insostiuibile nella Cimberio. Note negative? Villa ci mette del suo per non brillare, Kone ha come qualità la costanza. Ma purtroppo sotto la linea della sufficienza.
Pagellone numero 110 del 18 febbraio 2013
Carlo Parisi 8,5 – Non gli diamo il dieci solo perché la stagione è ancora lunga (chi ha orecchie per intendere, intenda…), ma l’impresa della sua Unendo Yamamay in quel di Baku vale davvero quanto una Coppa messa in bacheca. Senza il palleggiatore titolare praticamente dall’inizio della stagione, con l’opposto che va a strappi, le schiacciatrici acciaccate e un sestetto quasi inedito, in pochi avrebbero potuto anche solo sognare la storica qualificazione alla final four di Champions League. Ma la cosa che più impressiona è la capacità di cancellare come se niente fosse il 3-0 subìto dall’Azerrail, ripartire da zero nel set di spareggio e vincerlo con la spietata freddezza che solo le grandi squadre possono avere. In questo, la calma di Re Carlo e la sua capacità di infondere sicurezza alla squadra sono stati determinanti: chi l’avrebbe mai detto, appena due anni fa?
Bryant Dunston 8 – «I come Iradiddio» recitava Abatantuono-Attila in una delle sue parti più note, riuscite e celebrate, e il refrain ci viene in mente ogni volta in cui vediamo Bryant Dunston dominare una partita come quella contro la Virtus. Il pivot della Cimberio dà veramente un’impressione di onnipotenza, come un adulto in mezzo al minibasket, quando appioppa stoppate come se fossero multe in centro a Varese al sabato sera, o quando schiaccia a canestro come fanno i bulli del luna park al gioco del martello. Se poi, di fronte a lui, c’è una difesa tutt’altro che solida (non solo negli avversari diretti che, poverini, ci hanno anche provato) per "DunkStorm" tutto diventa più facile, o almeno così sembra. Ah già: e senza quel quinto fallo inventato in finale, contro Siena, chissà se sarebbe finita a quel modo…
Giacomense 7 – Lasciamo per una volta da parte il voto alla Pro Patria, che continua nella sua marcia in vetta alla classifica di Seconda Divisione, e parliamo per una volta della sua avversaria. Quando infatti leggi Giacomense, pensi ad una squadretta chiusa e attenta a non far passare neanche uno spillo verso la propria porta, magari con otto difensori e due centrocampisti (cose viste anche in Serie B, per intenderci…). E invece no; i romagnoli sono scesi in campo allo "Speroni", contro la capolista (e il miglior attacco del campionato) con il piglio orgoglioso di chi ti fa capire che per batterlo dovrai sudare. Così è stato: la Pro ha faticato non poco ieri contro i grigiorossi che hanno aggredito per novanta minuti i tigrotti, attaccato a testa bassa e sfiorato il pareggio. Insomma: alla banda di Masi San Giacomo vanno tanti applausi, perché questo è il calcio che vogliamo vedere.
Alix Klineman 5 – Nel passo del gambero che sta caratterizzando la stagione di Villa Cortese c’è anche lo zampino dell’altissima schiacciatrice a stelle e strisce, che sta attraversando un momento di preoccupante involuzione. A inizio anno compensava le difficoltà in ricezione con la straripante potenza offensiva; adesso, ben lungi dal risolvere le prime, sembra essersi scordata a casa anche la seconda. Il suo è uno dei rebus che Chiappafreddo dovrà risolvere più in fretta per riuscire a prenderei in mano le redini della MC Carnaghi.
Moussa Kone 4,5 – Se mister Castori è passato in una settimana dall’altare dei complimenti (8 nello scorso pagellone) alla polvere delle critiche per una formazione del Varese apparsa piuttosto sballata, con quell’Odu messo in attacco e non in fascia al posto di uno Zecchin in debito di condizione, Moussa Kone non ha corso questo pericolo. Il suo standard di rendimento infatti continua a viaggiare sotto la sufficienza e il suo ritorno in campo dopo un breve stop non ha portato, purtroppo, le novità sperate. Eroe nelle prime giornate di campionato, l’ivoriano ha poi iniziato un inverno ben più lungo di quello segnato sul calendario. Speriamo almeno che si ritrovi prima del 21 marzo, perché lì in mezzo al campo c’è bisogno anche di lui.
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