Silvana Carcano sbarca al Pirellone: “Parleranno i fatti”

La candidata presidente del Movimento 5 Stelle presenta le linee programmatiche che il suo gruppo porterà avanti: dal blocco alle grandi infrastrutture fino alla riforma della sanità.

Silvana Carcano è entrata per la prima volta al Pirellone poco dopo le 18 di martedì 26 febbraio, ma non sarà certo la sua ultima apparizione in Regione. Infatti, anche se mancano ancora molte sezioni da scrutinare, è certo che una delegazione del Movimento 5 Stelle sarà eletta in Lombardia grazie ad «un voto che sta andando benissimo e che ci soddisfa molto», commenta Carcano. Infatti, anche se la percentuale di voti conquistati in Lombardia è quasi dimezzata rispetto al dato nazionale, «i lombardi hanno dato un colpo di reni alla vecchia politica» e il Movimento «dimostrerà con i fatti le proprie promesse» pronti poi a “monetizzare” il risultato nella prossima tornata elettorale. «Proprio come è avvenuto in Sicilia», chiosa Carcano. Ma chiunque vincerà, l’unica donna che era candidata a Governatore della Regione annuncia che «faremo un’opposizione fatta come si deve, come non è mai stata fatta in questi ultimi 20 anni» e che sopratutto «apriremo i cassetti della Regione Lombardia».

Silvana Carcano annuncia poi alcuni dei provvedimenti che cercherà di portare a casa il Movimento 5 Stelle, a partire dalle grandi infrastrutture. Gli occhi si posano su Pedemontana «per la quale valuteremo seriamente la possibilità di stopparla» dal momento che «in alcuni tratti non sono neanche partiti i cantieri». Discorso diverso per Expo per il quale «non chiederemo il blocco perchè la penale è oggi troppo onerosa» ma sarà proposto un progetto differente che «sfrutti le attuali strutture della fiera di Rho e si sviluppi poi lungo tutte le cascine e le aziende agricole sparse per il territorio». Tutto questo fermo restando che «rimangono opere concettualmente sbagliate perchè vanno a consumare territorio agricolo e catalizzano le attenzioni delle attività mafiose». Sulla sanità l’approccio sarà completamente diverso e punterà a «prevenire anziché curare» oltre che andare a modificare sistematicamente il modello delle nomine. Per quanti riguarda i consiglieri eletti, invece, lo stipendio netto «sarà al massimo di 2.500 euroal mese» e come è avvenuto in Sicilia «l’eccedenza andrà in un fondo per aiutare le piccole e medie imprese».

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Pubblicato il 26 Febbraio 2013
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