Il Comune ricorrerà in appello contro il suo ex comandante dei vigili

Sulla sentenza che reintegra l'ex comandante Manfroni è scontro politico. La sezione locale del PD sferza i consiglieri d'opposizione per il silenzio sulla vicenda

A una settimana dalla sentenza che ha condannato il Comune di Gavirate per il licenziamento del comandante della polizia locale avvenuto nell’estate 2006, la sezione locale del PD striglia i consiglieri d’opposizione per non aver espresso giudizi. La giunta Paronelli, intanto, ha già deliberato di ricorrere in appello. 

 
La vicenda riguarda la battaglia giudiziaria tra l’ex comandante Mauro Manfroni e l’amministrazione per il rapporto di lavoro che era stato costellato, tra fine 2005 e metà 2006, da una serie di sanzioni comminate al comandante, sanzioni culminate nel licenziamento. Il giudice del lavoro Elena Fumagalli ha dichiarato illegittimo il licenziamento per giusta causa disponendo il reintegro a distanza di sette anni con il pagamento delle retribuzioni oltre al risarcimento per i comportamenti definiti “vessatori”.
 
«Non possiamo che indignarci – dichiara in un comunicato il Pd – di fronte allo spreco di denaro pubblico che ne consegue, frutto di ripetuti errori amministrativi e azioni, così come il Giudice stesso Dr.ssa Fumagalli ravvisa nella sentenza di ben 30 pagine, di mobbing da cui ne scaturisce una condanna di risarcimento danni. Le cifre sono le seguenti : circa 80.000 € per gli avvocati del comune per questa ed altre cause intentate contro i vigili , 10.000 € per il reato di mobbing, 2007,00 € per ogni mensilità persa da Manfroni più i relativi contributi previdenziali (ricordiamo che il licenziamento decorre dal 2006!!!). Ognuno può fare i conti da se’ ma la cifra che deve sborsare il comune è nell’ordine di centinaia di migliaia di Euro. Il comune è stato obbligato a riassumere Manfroni ed addirittura a pagare 5200 € per gli avvocati della parte lesa. Il dramma è che questi soldi verranno tolti dalle tasche dei cittadini».
 
Conti che l’amministrazione è sicura di non dover pagare: « Siamo certi delle nostre azioni per cui ci rivolgiamo al giudice d’appello – commenta l’assessore Walter Sechi –  Abbiamo perso il primo round ma una battaglia è più complessa. Secondo noi, il griudice del lavoro ha sottovalutato alcuni aspetti che ci auguriamo vengano valutati diversamente in futuro»
 
Il coordinatore cittadino del Pd Marco Tuozzo approfitta inoltre della questione per togliersi qualche sassolino « Riteniamo temeraria la scelta di fare ricorso in appello che, vista la chiarezza della sentenza – chiarisce Tuozzo – comporterà ulteriori inutili spese per i cittadini.  Clamoroso, inoltre, il silenzio delle opposizioni consiliari. È chiaro che Silvana Alberio e Simone Foti  non possono dire nulla sulla vicenda. All’epoca dei fatti Alberio faceva parte della maggioranza Paronelli e Foti ne era addirittura vicesindaco ed assessore alla Polizia Locale.
Per la restante parte dell’opposizione, Franzetti e Brunella, il silenzio non è un fatto nuovo vista la latitanza dalla scena politica da quattro anni a questa parte».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Aprile 2013
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