La FdS: “Troppe domande aperte sul Maga”
A distanza di due mesi dall'incendio, anche la sinistra che non fa parte della giunta Guenzani critica le poche informazioni su come far ripartire il museo
Sono passati due mesi dall’incendio del museo Maga di Gallarate e anche la Federazione della Sinistra – la sinistra comunista che non sostiene la gunta Guenzani – chiede chiarezza sulle prospettive future. Sabato mattina un presidio ha richiamato l’attenzione anche di amici e sostenitori del Maga, dando vita anche ad un confronto proprio davanti alla sede inagibile del museo. Al centro, un’opera di Michele Chiapperino con dodici punti interrogativi, altrettante domande («ma nel frattempo sono aumentate») sul futuro del museo e della cultura. La FdS ha ricordato le diverse fasi del dibattito sul futuro del Maga a partire dall’inaugurazione: «Qualcuno dice che c’è già un grosso parcheggio, tanto vale aprire un supermercato… una proposta provocatoria per una città che sembra poco interessata al dibattito culturale» dice polemicamente Stefano Rizzi. «Non si capisce perché a Gallarate, dopo la disastrosa politica delle grandi opere del centrodestra, l’attuale giunta non riesce a fare nuove proposte credibili». Giuseppe Maffioli ha poi ripercorso in particolare la storia degli ultimi due anni, con il "balletto" sulla guida della Fondazione che gestisce il museo (prima Flavio Caroli e la sua idea sfumata di una mostra su Emile Bernard, poi il passaggio alla la guida di Giacomo Buonanno) e con le incertenzze del post-incendio. «La svolta necessitava di un progetto di ampio respiro che giunta Guenzani sembra non avere», dichiarazioni generali («a ottobre 2011 il sindaco e il consigliere Terreni si lasciarono andare a dichiarazioni di stampo mucciane sul futuro legato a Expo»), incertezze sulle forme gestionali (sull’idea di un unico soggetto). E anche con qualche «reticenza», dice Maffioli, «nell’illustrare entità dei danni alle opere».
Altro capitolo interessante, quello del ruolo che il Maga assumeva come luogo d’incontro per gli studenti, alternativo alla biblioteca civica con i suoi spazi angusti. « Un anno fa – ricorda Francesco Ilardo – abbiamo fatto una richiesta al sindaco di risolvere il problema, abbiamo avuto solo risposte a stampa. Noi studenti ci siamo spostati al Maga, che è diventato punto di riferimento per studenti anche da hinterland di Gallarate». E se la presenza degli studenti aveva iniziato anche a rendere frequentato nella quotidianità il museo (pur con una funzione che non gli era esattemente propria), «ora, dopo l’incendio, gli studenti non hanno più un luogo, la biblioteca è piccola e siamo tornati una trentina, non più i 150 che frequentavano il Maga».
Tra gli altri interventi, anche quello molto polemico di Michele Chiapperino, che ha posto la sua serie di domande sul Maga e cultura, suscitando anche un momento di animato confronto. «Ho trovato in giro volantini di Amici del Maga, cosa vogliono dire?» ha chiesto Chiapperino, sostenendo anche che in una occasione «si raccoglievano 5 euro». Una circostanza contestata subito però in modo netto («è una falsita») da alcuni affezionati del museo che erano presenti (insieme a qualche dipendente e qualche curioso). Di certo la presenza anche di persone del mondo della cultura cittadina dice che è sempre vivo l’interesse per smuovere le acque sul futuro del museo, almeno in una parte dei gallaratesi.
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