Laboratorio tessile clandestino, anche i bambini dormivano in fabbrica

Scoperto da carabinieri, Asl e Ispettorato: il titolare cinese faceva lavorare dodici persone, alcune operaie avevano anche i figli neonati al seguito. L'edificio apparteneva ad un italiano che viveva accanto al capannone

Operai e operaie vivevano in fabbrica, dormivano e mangiavano in "loculi" dove vivevano anche i figli neonati. Uno scenario praticamente da incubo (o da schiavismo ottocentesco) quello scoperto a Cardano al Campo, in un laboratorio tessile individuato dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Varese e perquisito giovedì insieme agli Ispettori del Lavoro, ai tecnici della prevenzione dell’Asl di Cardano al Campo e gli ispettori dell’INPS di Varese, con il supporto della Compagnia Carabinieri di Gallarate e della Polizia Locale del Comune di Cardano al Campo.
L’attività preventiva di “intelligence” svolta dai militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro aveva individuato e monitorato la ditta in argomento (anche con appostamenti in orario notturno), ospitata in un vecchio capannone affittato da un italiano (che vive in un’abitazione che fa parte dello stesso complesso). La situazione all’interno dell’edificio industriale era molto critica: sotto i tetti in Eternit c’erano 48 macchine da cucire prive dei dispositivi di sicurezza, un impianto elettrico industriale non in buono stato e con "evidente rischio di folgorazione"; gli estintori erano "scaduti", non c’erano porte antipanico e l’aerazione dalle vechie finestre non era sufficiente.

Ma lo scenario peggiore era quello negli spazi destinati all’alloggio degli operai, 12 immigrati cinesi regolari, maschi e femmine (alcuni completamente "in nero"). Alcuni operai dormivano e mangiavano (anche con figli neonati di pochi mesi) all’interno di alcune unità costruite abusivamente e annesse al reparto di produzione, in pessime condizioni di igiene e condizioni sanitarie. Altri operai invece, nelle medesime condizioni, avevano trovato alloggio al secondo piano dell’abitazione annessa alla sede operativa della ditta, sempre di proprietà del cittadino italiano che viveva proprio accanto.

I militari del Nucleo Carabinieri, in concerto con i tecnici della prevenzione dell’Asl di Cardano al Campo, hanno proceduto al sequestro preventivo dell’immobile della ditta con apposizione dei sigilli. Inoltre, nei confronti della ditta cinese, è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per “lavoro nero", denunciando due persone alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio ed in particolare: il responsabile della ditta, cittadino cinese, è stato denunciato per la violazione di 6 inosservanze in materia di sicurezza (con ammenda pari € 30.400,00 in misura massima); il cittadino italiano proprietario degli immobili è stato invece denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale perpetrato nei confronti degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria, al momento di apporre i sigilli alla ditta in sequestro. Per il “lavoro nero” sono quantificabili al momento sanzioni amministrative pari ad euro 38.780,00 (in totale), più le somme dovute per i contributi previdenziali non versati ed oneri evasi (al momento non quantificabili); Il Comando di Polizia Locale del Comune di Cardano al Campo ha in corso di definizione gli accertamenti tecnici sugli immobili oggetto di ispezione e quindi sono presumibili ulteriori provvedimenti (ordinanza di sospensione dei lavori) e sanzioni per le mancate autorizzazioni urbanistiche e/o certificati di abitabilità/uso e destinazione dei luoghi oggetto di ispezione.

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Pubblicato il 19 Aprile 2013
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