“Via Ravasi è un simbolo. Ma l’università vive a Bizzozero”

Il rettore presenta i progetti dell'ateneo. La vecchia sede, in parte demolita, ospita solo alcuni uffici mentre negli ultimi anni Bizzozero è diventata il vero quartiere universitario

via ravasi demolizioneBizzozero è il quartiere universitario di Varese e l’Insubria lascerà definitivamente il centro della città, compresa la storica sede di via Ravasi. Il rettore Alberto Coen Porisini è determinato a completare il trasferimento dell’ateneo della cui utilità è convinto, tanto da averne fatto uno dei punti strategici del programma che gli ha permesso di vincere le elezioni e diventare il successore di Renzo Dionigi. «A tutti gli effetti l’università è già a Bizzozero da alcuni anni – osserva Coen -. In via Ravasi, non ci sono nè studenti nè professori ma solo gli uffici amministrativi e il rettorato». La storica sede, ex collegio Sant’Ambrogio, è destinata a svuotarsi definitivamente. Nel cortile sono arrivate le ruspe che nei mesi scorsi hanno abbattuto il padiglione interno, già sgomberato da tempo, in quanto pericolante. 

Il vero cantiere dell’Insubria è però a Bizzozero dove, in meno di dieci anni, l’Università ha ridefinito gli spazi e in parte anche ridisegnato il quartiere. Nell’area racchiusa tra le vie Monte Generoso, via Ottorino Rossi e via Dunant sono sorti nuovi edifici, ne sono stati ristrutturati altri e lo scorso anno è stato inaugurato il collegio Cattaneo che attualmente ospita circa quaranta studenti. alberto coen porisini rettore insubria«Abbiamo proceduto con un’apertura graduale di questa nuova struttura – prosegue il rettore -. Attualmente ci sono ancora due piani da utilizzare e a settembre pubblicheremo un nuovo bando per garantire delle camere anche alle nuove matricole». La trasformazione dell’area universitaria è ancora in corso: «A giorni avvieremo il cantiere del nuovo palazzetto sportivo e in tempi brevi contiamo di realizzare un’opera necessaria: la biblioteca di ateneo con standard qualitativi moderni e più spazi per gli studenti. Attualmente sono in funzione due biblioteche, quella di economia e quella di medicina, ma sono troppo limitate per le esigenze di un’università. Siamo consapevoli che ci sono delle situazioni da migliorare e, sempre nel breve termine, contiamo di riuscire a realizzare altre aule e nuovi uffici per i docenti, alcuni dei quali sono ancora dislocati nel centro della città con soluzioni scomode e costose». Per gli studenti l’unico sportello rimasto in centro città è la segreteria che, precisa Coen «dovrà essere spostata anche se attualmente il disagio è ridotto poiché è possibile adempiere a quasi tutte le pratiche on line».

bizzozero universtià dell'Insubria varese

Che cosa resterà una volta che l’edificio di Via Ravasi rimarrà vuoto verrà definito in futuro quando il trasferimento sarà ultimato a tutti gli effetti. Per il rettore non si tratta di una perdita per la città ma di una scelta strategica: «I progetti dell’ateneo sono stati costruiti su Bizzozero dove sorgerà il campus, che in concreto è già nato. La trasformazione di una città in città universitaria è un processo che richiede molto tempo e una presenza di una popolazione studentesca sempre più numerosa. In questo senso l’università è un’occasione per il territorio, un insieme di opportunità che vanno dalla cultura all’economia, dalle attività per i giovani ai servizi per gli utenti. Qualcuno queste opportunità le ha già colte e abbiamo visto, nei pressi dei padiglioni, l’apertura di nuovi locali per la pausa pranzo e attività di supporto. La grossa scritta "Università degli studi" che oggi appare in via Ravasi è un simbolo importante, ma è legata al passato. Qui l’ateneo è nato e ha vissuto i primi anni ma abbiamo il dovere di portare l’università dove c’è chi la vive».

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Pubblicato il 12 Aprile 2013
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