Motel Connection: “Cerchiamo quello che suona come il futuro”
Il gruppo di Torino porta la musica elettronica all'Albizzate Valley Festival nella serata di sabato 6 luglio (in apertura gli Aucan). L'intervista a Dj Pisti
Dj Pisti lo raggiungiamo al telefono in tarda mattina. Mentre beve il caffè, l’intervista via cavo Varese-Torino inizia parlando dell’Albizzate Valley Festival, il contest musicale che lo vedrà sul palco insieme a Samuel e Pierfunk nella serata di sabato 6 luglio (in apertura di Aucan, ingresso 8 euro). Una serata molto attesa dal pubblico che per la prima volta vedrà i Motel Connection ospiti in provincia. «Roy Paci ci ha detto che il festival è fantastico (protagonista del contest l’anno scorso ndr). Amore e passione sono le caratteristiche che fanno nascere le cose belle».
Le undici tracce del loro ultimo disco "Vivace", saranno la colonna sonora della serata che vedrà l’elettronica come protagonista assoluta con uno dei gruppi più innovativi del panorama musicale italiano. «Reinventare qualcosa è la nostra peculiarità. Tutte le volte che creiamo un disco, per noi, è come cambiarci gli abiti dall’inizio alla fine». Non a caso infatti, sulla copertina dell’ultimo disco c’è disegnato il Mosè, in bianco e nero, con un woofer in mano al posto delle tavole della legge. Un disegno che è stato realizzato dal collettivo torinese Bounty Killart e che vuole sottolineare l’elemento di rottura con il passato. «Come il collettivo artistico anche noi prendiamo elementi già esistenti e li trasformano costruendoci qualcosa di nuovo».
Quando si parla di innovazione non manca la tecnolgia: il gruppo ha presentato una App per smartphone, "ProxToMe"che permette ai fan di accedere ad una serie di contenuti extra durante il live del gruppo.
Quando si pensa a voi si associa immediatamente la parola innovazione…
«Abbiamo sempre avuto la peculiarità di togliere e distruggere canoni già conosciuti e rifarli, riscriverli secondo quello che sentiamo più nostro. Anche in quest’ultimo disco ci sono molto elementi di rottura rispetto ai lavori precedenti, penso alla velocità dei suoni all’uso dei Synth analogici che rispetto al passato sono meno evidenti»
Come nasce la vostra unione?
«Di notte. Quando ci siamo incontrati, alle fine degli anni’90, era molto forte l’idea di crossover tra dj e musicisti. In tanti venivano a sentire la dance. Era un momento in cui diversi gruppi univano i due "mondi" e l’abbiamo fatto anche noi. La fortuna è stata quella di aver iniziato il progetto subito, senza aspettare e aver proposto cose diverse»
Cosa vi stimola oggi?
«Tutto. Moltissime cose. Trovare un ragazzino di 16 anni su Sound Cloud che sta dall’altra parte del mondo e compone una traccia che è una bomba. Trovare cose che suonano come dovrebbe suonare il futuro»
In questo la connessione tra persone è importante…
«Molto ed è parte del nostro gruppo. L’idea di trovare stimoli, connessioni e avere scambio di idee continuo è molto bello. Sono tanti gli imput che arrivano dagli altri»
Quanto vi ha influenzato il fatto di vivere di Torino?
«Moltissimo. Antropologicamente sei di dove vivi. Quando abbiamo iniziato a far musica Torino era una città in cui c’era moltissima musica, con gruppi di tutti i generi. Era molto divertente, trovavi di tutto e c’era la possibilità di sperimentale molto. Negli anni ’90 nascono i clubbing e la tecno arrivava con grande facilità a Torino dalla Francia. Con le Olimpiadi è cambiata molto e credo che ancora oggi sia in un periodo di grande trasformazione. C’è ancora molta musica ma è una città più difficile. Negli anni ’90 era quella che ti dava molto se c’era voglia di cambiare».
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