Strage di via D’Amelio, ventuno anni fa moriva Paolo Borsellino
Il giudice Paolo Borsellino fu assassinato dalla mafia il 19 luglio del 1992. Il 18, 19 e 20 luglio, in onore di tutte le vittime della mafia, si svolge una grande mobilitazione collettiva
"È bello anche morire per le proprie idee… chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno".
Questa è una delle frasi più celebri e forti del giudice Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia in via d’Amelio a Palermo esattamente 21 anni fa, il 19 luglio del 1992. Con lui morirono cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Dopo tutti questi anni i mandanti della strage sono ancora sconosciuti: inchieste giudiziarie perse, altre archiviate, o con qualche brandello ancora in corso. La storia di via D’Amelio, forse, rimarrà uno dei tanti punti interrogativi in Italia.
Pochi giorni prima di essere ucciso, durante un incontro organizzato dalla rivista MicroMega, il giudice aveva manifestato piena coscienza di essere un "condannato a morte", ma aveva ribadito la necessità, nonostante tutto, di continuare la lotta alla mafia come dovere morale.
A Palermo, il 18, 19 e 20 luglio, in onore di tutte le vittime della mafia si svolge una grande mobilitazione collettiva.
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