Raccolta abiti usati, tornano i sacchi “fantasma” delle Croce Italia

Sui cancelli arrivano i sacchi per la raccolta a domicilio di abiti, elettrodomestici, giochi, pentole. Ai numeri di riferimento però non risponde nessuno. L'associazione già in passato oggetto di indagini della Guardia di Finanza

Tornano a farsi vedere i sacchi bianchi della Croce Italia di Monopoli destinati alla raccolta di abiti usati. Questa volta sono comparsi a Tradate, in tutta la città, dove sono stati messi su gran parte dei cancelli delle case. Con il solito messaggio: “Croce Italia, Raccolta in buono stato di: indumenti e biancheria; elettrodomestici, giocattoli e pentole; scarpe borse e cinture. Mettere il sacco in vista ben chiuso. La raccolta è finalizzata a iniziative che l’associazione riterrà opportune. Il ritiro sarà effettuato giovedì dalle ore 9 in poi”.

L’associazione citata, che si occuperebbe della raccolta, ha sede a Monopoli (Bari), come indicato sul sito di riferimento www.croceitaliamonopoli.it. Peccato che i numeri di telefono di riferimento, presenti sul sacco bianco e sul sito online, non siano attivi: il numero fisso è inesistente, mentre al cellulare risponde sempre la segreteria telefonica.

 

Della questione dei sacchi bianchi ci eravamo già occupati in passato, sia quando sono arrivati a Cassano Magnago, sia nel luglio scorso a Brinzio. Ora, dopo aver denunciato che sul sito erano presenti in maniera approssimativa fotomontaggi di ambulanze con la scritta Croce Italia, queste foto sono sparite. Nella descrizione delle attività viene invece indicato il servizio di ambulanza e fornitura farmaci. E in fondo al sito è stata aggiunta una frase: “Questa associazione si finanzia anche attraverso la raccolta di abiti usati”.

In passato l’associazione è stata oggetto di indagini della Guardia di Finanza di Monopoli con l’accusa di truffa. I responsabili dell’associazione, in quel periodo, avevano dichiarato che era stato solo un gruppo di persone che non fanno più parte dei volontari. L’associazione ha proseguito quindi con la sua attività. A quanto pare con la raccolta di abiti usati, dalla Puglia arriva fino a Varese, in più zone e su paesi diversi.

Molte persone credono a quello che c’è scritto, riempiono i sacchi e li mettono fuori come indicato. Ma che fine fanno questi indumenti? Chi li raccoglie? Come vengono usati? Anche chi dona non ha il diritto di sapere queste cose? Finora non troviamo nessuno che possa rispondere a queste domande.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Agosto 2013
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