La “Scintilla” di Lory Muratti e un video senza “confini” girato nel varesotto
L'artista varesino presenta il nuovo progetto letterario e discografico "Scintilla" e il video di "70 Elissi", clip girato nel varesotto, tra opere di legno e le rive del lago di Monate
Tracciare i confini con Lory Muratti sembra un’impresa impossibile. La visione delle cose prende sempre una strada che non ti aspetti. E così, dietro ad una parola ci sono mille teoremi e dietro un’immagine mille significati. L’artista varesino infatti, non si è mai lasciato identificare in schemi precisi e anche il nuovo progetto musicale, "Scintilla", sembra racchiudere un mix di caratteristiche: psichedelia ma anche romanticismo, musica che si accompagna alle parole, il buio della notte che viene illuminato da schegge di fuoco, i laghi di varese che si intrecciano con il deserto del Nevada.
Date le premesse quindi, non c’è nulla di cui stupirsi se Lory e band riescono a trasformare il parcheggio di una vecchia filanda restaurata nel deserto del Nevada o riescono a raccontare del lago di Monate come se fosse chissà dove. Ma partiamo dall’inizio.
Lory Muratti e i Testimoni presentano "70 Elissi", il nuovo video musicale (che uscirà a breve) parte del progetto "Scintilla". Un videoclip girato tra Brenta e Travedona Monate, sotto il sole cocente di agosto, in due giorni di riprese no stop. Così, le parole di Lory Muratti, quelle raccontate nel romanzo che da il nome a tutto il progetto artistico (album compreso) diventano immagini.
«E’ uno dei brani più significati dell’album – spiega Lory, durante una pausa delle riprese -. Racchiude nel testo e nel sound molto della storia raccontata dal romanzo e quindi dal disco. L’intero progetto è nato dopo un’esperienza personale. Ho avuto la possibilità di partecipare al Burning Man, nel Nevada, una manifestazione che mi ha toccato in maniera molto forte e dalla quale è nata l’ispirazione per questa storia».
Il video musicale di "70 Elissi" rappresenta quindi il "cuore" di questo ampio progetto, con una regia capace di trasformare ogni elemento secondo le necessità del regista. «Questo angolo di mondo, dietro una vecchia filanda restaurata, a Brenta si presenta come uno dei paesaggi americani che ho incontrato andando dal Nevada. Mi è sembrato il posto ideale per iniziare le riprese».
Il video è stato registrano i primi di agosto. Lory Muratti – che è anche il regista del video – e i Testimoni, si trovano dalle 6 di mattina fino a notte fonda in questo parcheggio che, in base alle ore della giornata, diventa deserto, cielo stellato, arida prateria. A completare l’atmosfera, l’opera di un falegname varesino, Samuele Zanardo, che è stato capace di costruire un modulo ecosostenibile di legno e vetro che per la band è diventato "la psichedelica" camera di un hotel. Così le atmosfere rarefatte di questo noir fatto di musica e parole diventanto realtà. «Questo progetto è come un viaggio on the road dove il lago diventa l’altra faccia della medaglia del deserto». Sul set, attrezzato in modo professionale, anche la band che da tre anni segue il progetto di Lory Muratti (prima conosciuto solo col nome d’arte di Tibe). Cristian Bartoccetti basso, Andrea De Taddeo batteria e aiuto regia durante le riprese, Paolo Zangara e Manuel Cazzola chitarra sono i compagni di questa avventura artistica. Per la fotografia invece, ha collaborato alla produzione del video Lucio Laugelli. Da non dimenticare Lorenzo Farè, l’attore che il gruppo ha scelto di chiamare per interpretare il becchino figura fondamentale in questa sequenza della storia. Un video quindi che non rispetterà nessun confine, che porta in luoghi vicini e lontani, che racconta una storia oppure mille.
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