Omicidio del motel, il ragioniere aveva già ucciso?

L'assassino di Simona Aiolaiei potrebbe essersi macchiato di altri omicidi. Il procuratore di Lodi a Chi l'ha visto? parla di "nuovi elementi a carico di Pizzocolo" e lancia l'appello: chi ha avuto a che fare con lui parli

Cosa nasconde il passato di Andrea Pizzocolo? L’uomo che ha assassinato e videoripreso se stesso e la povera Simona Lavinia Aiolaiei mentre moriva soffocata da due fascette di plastica che il ragioniere di Arese le aveva stretto intorno al collo in una camera di motel a Olgiate Olona? Se lo è chiesto ieri sera, mercoledì, la trasmissione "Chi l’ha visto" che si è occupata del caso dell’omicidio al motel, intervistando il procuratore capo di Lodi, Vincenzo Russo: «Abbiamo motivo di ritenere che l’omicidio di Lavinia Simona Ailoaiei non sia stato un episodio isolato». Ha detto ai microfoni di rai Tre il magistrato, sui filmati trovati dagli inquirenti nella casa di Andrea Pizzocolo, l’insospettabile ragioniere di Arese responsabile della morte della diciottenne rumena trovata due settimane fa in un campo a San Martino in Strada (Lodi) nuda e strangolata con due fascette serracavi. 

«Magari altri episodi – ha aggiunto il procuratore – non hanno avuto lo stesso tragico epilogo. Ma è proprio perché abbiamo individuato fatti concreti che potrebbero portare a nuovi elementi a carico di Pizzocolo che lancio un appello particolarmente accorato affinché chi sa qualcosa contatti la procura o la questura di Lodi e parli». Fino a questo momento gli inquirenti hanno identificato almeno 70 donne filmate, a loro insaputa, durante rapporti sessuali con il Pizzocolo e stanno risalendo agli altri motel per risalire all’identità delle donne per accertare se siano state vittime di reati. La stessa conduttrice Federica Sciarelli ha aperto le linee telefoniche della sua trasmissione a tutte quelle donne che hanno avuto a che fare con il mostro di Arese, anche solo avendone sentito parlare.

La trasmissione, però, si è spinta oltre grazie alla testimonianza di Maria Cristina Giongo, una donna italiana che vive in Olanda e che ha raccontato, dopo aver letto di quanto accaduto alla giovane rumena, un episodio risalente al 2003 quando, col marito e durante un viaggio in Italia, si fermò a riposare in un motel nei pressi di Sesto Calende dove sentì delle urla di donna molto forti che inizialmente immaginò fossero scaturite in seguito a qualche pratica sessuale estrema posta in essere nella stanza accanto ma che poi associò ad una specie di strangolamento: «Erano urla strozzate, sembrava davvero una donna agonizzante – ha detto la Giongo – poi chiesi anche alla reception, mi informai, cercai di capire ma mi dissero che nella stanza era tutto tranquillo e che l’occupante l’aveva abbandonata al mattino presto». Un episodio che risale a diversi anni fa ma che fa pensare dato che Pizzocolo non ha cominciato certo quella sera a frequentare prostitute.

Le indagini, intanto, proseguono e si indaga sulle cinque carte di credito di cui disponeval’omicida, un numero certamente non giustificabile con il lavoro che svolgeva e corrispondenti a diversi conti correnti. Anche l’armamentario in suo possesso (corde, fascette, anestetici, microcamere, ecc.) fa pensare al fatto che Pizzocolo facesse video estremi che poi rivendeva  e le immagini dei video fino ad ora visionate, confermano questa possibilità. Ora Pizzocolo è detenuto nel carcere di San Vittore dopo che è stato anche aggredito da un altro detenuto, rimediando un occhio nero.

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Pubblicato il 19 Settembre 2013
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