Vola la pressione fiscale, cala il reddito delle famiglie
I dati relativi al secondo trimestre del 2013 sono stati diffusi in giornata dall'Istat. Migliora il rapporto tra Deficit e Pil che è sceso al 4,1 per cento
La pressione fiscale in Italia ha raggiunto il 43,8 per cento, 1,3 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno. Lo rivela l’Istat che ha presentato oggi il conto economico trimestrale delle amministrazioni pubbliche. Il peso delle tasse, che emerge dal rapporto tra il gettito fiscale e il prodotto interno lordo (Pil) raggiunge livelli da record mentre, in vista della presentazione della nuova legge di stabilità, il governo sta definendo i dettagli dell’Imu, l’Imposta municipale unitaria, e le possibilità per la riduzione del cuneo fiscale, vale a dire la differenza tra quanto un dipendente riceve in busta paga e il costo effettivo che viene sostenuto dal datore di lavoro.
Migliora il rapporto Deficit Pil – L’Istat rivela inoltre che, nel secondo trimestre 2013, l’indebitamento netto che misura il rapporto tra Deficit e Pil è stato pari al 4,1 per cento. L’indicatore migliora dello 0,3 per cento rispetto al 4,4 per cento dello stesso periodo dell’anno precedente ma è ancora distante dagli obiettivi che il governo dovrà raggiungere.
Crescono le entrate ma anche le uscite – Nel secondo trimestre 2013, le uscite totali sono aumentate dello 0,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La loro incidenza rispetto al Pil è del 49,3 per cento (48,5 per cento nel corrispondente trimestre dell’anno precedente). Le uscite correnti, quelle riferite al funzionamento dei servizi pubblici, sono aumentate dello 0,7 per cento (+1,8 per cento al netto della spesa per interessi), mentre quelle in conto capitale, riferite alle investimenti dello Stato, sono diminuite del 5,6 per cento. Nei primi due trimestri del 2013 le uscite totali sono risultate pari al 49,6 per cento del Pil (48,6 per cento nel corrispondente periodo del 2012).
Aumentano dunque le uscite ma anche le entrate totali sono cresciute del 2,9 per cento nel secondo trimestre del 2013; la loro incidenza sul Pil è stata del 48,3 per cento (46,3 per cento nel corrispondente trimestre del 2012). Nei primi due trimestri del 2013, le entrate totali sono aumentate dell’1,5 per cento in termini tendenziali, con un’incidenza sul Pil del 45,5 per cento (44,2% nel corrispondente periodo del 2012).
Cala il reddito disponibile delle famiglie – Sempre oggi l’Istat ha diffuso anche gli indici relativi al risparmio delle famiglie italiane Tra i dati più rilevanti emerge la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie consumatrici che è sceso dello 0,6 per cento rispetto al trimestre precedente, risultando quasi invariato rispetto al corrispondente periodo del 2012 (+0,1 per cento).
Tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie nel secondo trimestre del 2013 si è ridotto dello 0,7 per cento rispetto al trimestre precedente. Nei primi sei mesi del 2013, nei confronti dello stesso periodo del 2012, il potere d’acquisto ha registrato una flessione dell’1,7 per cento.
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