Carta sconto benzina, le precisazioni dell’ideatrice

Daniela Maroni interviene per spiegare che se aumenta il prezzo della benzina in Svizzera si potrà allargare le fasce di sconto a tre

Il voto contrario espresso dai cittadini svizzeri al referendum per l’aumento del prezzo del bollino autostradale obbligherà la Confederazione elvetica a dover trovare da altre parti il prelievo finanziario preventivato con il rincaro della “vignetta”, da 40 a 100 franchi. Tra le soluzioni alternative, si ipotizza la possibilità di incrementare il prezzo della benzina alla pompa, il che avrebbe un rapporto di causa-effetto per le stazioni di servizio italiane di confine, vincolate secondo delibera regionale all’equivalenza di costo rispetto alla concorrenza svizzera.

Il concetto viene spiegato da Daniela Maroni, consigliere segretario e ideatrice della carta sconto: «Se il prezzo svizzero sale, lo sconto italiano deve per forza di cose scendere», precisa. Di primo acchito si potrebbe interpretare questa mossa come penalizzante per le utenze delle province di Como, Varese e Sondrio abilitate al servizio. «Una riduzione dello sconto è normale che non farebbe la felicità dei cittadini, però dall’altra parte permetterebbe di mettere a disposizione le risorse investite da Regione Lombardia per un maggior numero di utenti». 


Uno sconto mediamente inferiore, ma potenzialmente spalmabile su un numero maggiore di utenze – che al momento, lo ricordiamo, sono circa 1 milione – e dunque su un territorio più ampio. L’ampliamento delle fasce, del resto, è uno step su cui da tempo la Maroni è al lavoro: «I lombardi chiedono con insistenza una terza fascia, se in Svizzera dovessero decidere di alzare i prezzi credo che allora con l’assessore Garavaglia si potrebbe impostare un discorso concreto in questa direzione». Il principio guida, sancito lo scorso mese di settembre, è l’equivalenza di prezzo tra la benzina venduta di qua e al di là del confine. Grazie a questo meccanismo, aggiornato periodicamente grazie alla collaborazione dell’osservatorio regionale dei prezzi e su indicazione dell’Ambasciata italiana in Svizzera, si è fortemente limitato il fenomeno del “pendolarismo del pieno” dalla Lombardia verso la confederazione, privando i gestori dei loro incassi, e impedendo alle istituzioni di incassare accise e gettito IVA.

Dopo aver riportato i clienti nei patrii confini, «se le condizioni lo permetteranno, cercheremo di estendere lo sconto ad un maggior numero di lombardi» conclude l’esponente della lista civica Maroni Presidente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Novembre 2013
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