Come educare i nativi digitali?

L'Istituto Rosetum offre due serate di approfondimento sul tema delle tecnologie e dei social media che hanno cambiato i paradigmi della comunicazione ma non solo

Do you speak Facebook? Potrebbe essere questa la domanda da cui partire per affrontare il discorso sull’uso dei social media da parte dei nostri ragazzi. L’Istituto Rosetum di Besozzo offre due serate di riflessione con  il dott. Alessandro Pennati, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. 

L’educazione – si legge nella presentazione delle due serate – come introduzione alla totalità del reale avviene attraverso un’attenzione alla singola persona in crescita, alla sua concretezza e unicità. Il processo educativo avviene secondo uno sviluppo che, nel rispetto dei tempi personali, valorizzi attitudini e capacità di ciascuno. Scopo dell’educazione è che ogni alunno proceda nella realizzazione della sua persona, mettendo a frutto tutte le proprie doti e tutti i propri interessi.” 

Per permettere una migliore interazione e un confronto, l’istituto ha organizzato due serate:
1° Incontro GIOVEDI’ 28 NOVEMBRE ore 20.45 
Il valore delle nuove tecnologie: quale significato e quale peso nella vita dei ragazzi?

2° Incontro VENERDI’ 6 DICEMBRE ore 20.45
L’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie: come accompagnare i giovani ad un approccio critico.

Le tecnologie e i social media rappresentano una parte piuttosto consistente della vita dei cosiddetti “nativi digitali”, quelle generazioni – cioè – che sono nate e cresciute con internet e per questo, alcuni ritengono, siano in grado naturalmente di padroneggiare i suoi strumenti. In realtà nascere in un determinato contesto non significa saperlo gestire o conoscere a fondo, ecco perché i docenti rappresentano un punto di riferimento, o potrebbero rappresentarlo, anche nell’educazione al mondo virtuale e di internet, che non è scevro di pericoli.

Condividere, postare, taggare, sono tutti termini che i pre-adolescenti e gli adolescenti di oggi  maneggiano con naturalezza, come parte integrante del loro mondo emotivo, sociale e cognitivo. Smartphone, Tablet, PC fanno sì che siano connessi ovunque e comunque.
 
I nostri figli vivono in una cultura fondata sulla condivisione, situazione che ha stravolto il concetto di privacy. Tutte le volte che un ragazzo compila i campi di un profilo senza controlli sulla privacy, posta un commento o un video o invia tramite messaggio un’immagine agli amici, potenzialmente sta esponendo sé stesso al mondo.
La vita digitale è pubblica e permanente. Tutto ciò che si fa online crea delle impronte digitali permanenti e pubbliche. Qualcosa pubblicato impulsivamente, come un’immagine divertente o un determinato commento, può riemergere anni dopo. E se i ragazzi non stanno in guardia, potrebbero giocarsi la reputazione.
Di qui l’importanza come genitori/educatori di avere piena consapevolezza dell’opportunità ma anche dei rischi offerti dalla rete e di accompagnare i nostri ragazzi ad un uso consapevole della stessa.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Novembre 2013
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