Frates: “Io mi sento sempre in discussione”
Il coach biancorosso è alla settima sconfitta di fila. "Quando la squadra gioca male il primo responsabile sono io. Positivo l'inserimento di Banks". Festeggia Beugnot: "Molto meglio che all'andata"
I complimenti di rito che coach Frates fa agli avversari dopo ogni sconfitta sono come gli "eeeh" di Vasco durante le sue canzoni: attesi e scontatissimi. Il coach della Cimberio parte da lì per analizzare la partita di Parigi che ne peggiora ulteriormente la posizione, almeno tra i tifosi biancorossi. La parte a lui avversa comprende un numero sempre maggiore di iscritti e l’allenatore milanese sa di essere nel mirino.
«Io in discussione? Lo sono sempre, anche quando vinco, figuriamoci quando perdo» risponde a precisa domanda avanzata da VareseNews. Inisitiamo: sette sconfitte sono circostanza peggiore di quando ci si mette in discussione per una vittoria. «Quando la squadra non gioca bene e fa fatica, il primo responsabile sono io. Faccio questo mestiere da 25 anni e so di essere in questa situazione».
Parlando del match, Frates spiega così l’accaduto: «Questa sera abbiamo alternato alcuni buoni momenti, in cui abbiamo mosso bene la palla e attaccato il canestro con profitto, ad altri in cui sono stati commessi troppi errorei. Per qualche istatnte ci siamo illusi di aver ripreso il controllo della partita ma poi in quei momenti chiave abbiamo perso palloni pesanti che non ci hanno permesso di completare la rimonta. Siamo arrivati a -9, -7, -4 ma poi è sempre successo qualcosa mentre Parigi è stata continua per tutti i 40′ di gioco. Tra le cose positive metto l’arrivo di Banks che ha giocato ben 25′ nonostante fosse fermo ormai da parecchi giorni. Il suo inseriemento è stato utile. Ora torniamo a casa e ci prepariamo per la partita di domenica con Pesaro che sarà molto importante».
Un dato assai pesante sull’economia della gara è quello dei punti segnati nel primo tempo, appena 22. «E’ accaduto che abbiamo fatto una grande fatica. Evidentemente dopo sette partite di Coppanon abbiamo ancora capita quale intensità serve per questo livello. Qui ci sono più contatti, situazioni di maggiore durezza come per esempio in post basso, e noi non abbiamo mai alzato il nostro livello nel corso dell’Eurocup. Per la settima volta siamo andati a sbattere la faccia contro questa cosa. Non posso invece rimproverare nulla per quanto riguarda la voglia di provarci: quella c’è stata fino all’ultimo e i ragazzi non si sono risparmiati nonostante ci sia un impegno delicato come quello con Pesaro all’orizzonte».
Sui divanetti in pelle nera della sala stampa di Levallois, l’ex di turno Gregor Beugnot intrattiene i giornalisti parigini con una lunga chiacchierata al di là delle dichiarazioni ufficiali. Prima però saluta e festeggia in italiano: «Visto come abbiamo giocato questa sera? Non come a Varese quando disputammo una brutta partita!». Poi affina il discorso: «Rispetto all’andata abbiamo avuto una maggiore stabilità difensiva, abbiamo messo più energia in questa parte del gioco e così ne è nata una partita migliore anche in attacco. Al posto di giocare per sé, i miei uomini hanno cercato di più i compagni e così abbiamo preso maggiore fiducia. E poi avere in campo un pivot di ruolo (all’andata Brown, appena tesserato, non era in campo ndr) aiuta senz’altro». Se Varese è ormai eliminata, Paris Levallois può ancora sperare in una qualificazione pure improbabile: «Passare il turno sarà molto difficile, lo sappiamo, però siamo ancora in vita. Proviamoci».
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