“L’Italia è ancora il paese dei miracoli”
Inaugurato a Como il sedicesimo anno accademico dell'Insubria. Nel suo discorso il rettore Coen Porisini descrive i risultati raggiunti e gli obiettivi per il futuro
«Impegnatevi, perchè l’Italia è ancora il paese dove i miracoli si possono avverare». Si è rivolto agli studenti l’imprenditore comasco e presidente di Univercomo, Giacomo Castiglioni, che oggi ha ricevuto la Rosa Commacina, la massima onorificenza attribuita dall’università dell’Insubria. E un miracolo, in un certo senso, lo è anche l’ateneo di Como e Varese. L’università sta vivendo una profonda fase di rinnovamento e si avvia verso la maggiore età. A Como, alla presenza dell’assessore regionale Mario Melazzini, è stato inaugurato questa mattina il sedicesimo anno accademico. Anche la cerimonia è stata in parte una novità: è stata la prima presieduta dal rettore Alberto Coen Porisini e dal prorettore Giuseppe Colangelo, eletti nel settembre dello scorso anno.
Non è un periodo semplice per le università italiane e il rettore, nel suo lungo discorso, lo ha ricordato: «Il clima attorno a noi risente ancora della difficile congiuntura economica e le difficoltà hanno colpito pesantemente anche il sistema universitario sommandosi a quelle già presenti prima dell’inizio della crisi. Negli ultimi cinque anni il Fondi di finanziamento ordinario è diminuito di quasi il 15 per cento, il numero di docenti in Italia è calato di 12mila unità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti».
L’ateneo accoglie la "timida ripresa" – Per descrivere il contesto Coen ha citato gli effetti delle riforme, dei tagli e i i dati Ocse sui laureati e gli investimenti del nostro paese in formazione e ricerca. Numeri che vedono l’Italia troppo spesso al di sotto delle medie europee e che evidenziano problemi ormai cronici come la fuga dei giovani talenti all’estero. Tuttavia, in uno scenario che rimane complesso, sembrano aprirsi alcuni spiragli positivi: «Nonostante tutto ciò – ha aggiunto il rettore – il sistema universitario italiano è ancora una delle eccellenze rimaste. Secondo gli esperti si intravedono alcuni deboli segni di ripresa dell’economia e anche noi iniziamo a intravedere qualche segnale che, facendo professione di ottimismo, vogliamo interpretare come una timida ripresa per il sistema universitario».
I risultati raggiunti – «Abbiamo lavorato duramente – ha aggiunto Coen -, abbiamo applicato le riforme e ci presentiamo oggi con un nuovo statuto, un nuovo assetto interno, un’offerta formativa rinnovata e un sistema della ricerca che ha ottenuto una valutazione superiore alla media nazionale, in termini di qualità». Nel suo intervento il professor Coen Porisini ha ringraziato il personale tecnico e amministrativo oltre al rettore che lo ha preceduto, il fondatore dell’Insubria Renzo Dionigi e il direttore generale Marino Balzani che terminerà il suo mandato alla fine dell’anno. «A Como, è stata confermata la presenza dei due poli, quello scientifico-tecnologico in via Valleggio e quello giuridico-sociale nel Chiostro di Sant’Abbondio che proprio oggi con l’inaugurazione della cosiddetta “Manica Lunga” vede un ampliamento significativo degli spazi a disposizione dell’Ateneo. A Varese, con la decisione, da tutti condivisa, di destinare l’area di Bizzozero all’Università si permetterà il consolidamento di un campus universitario, oramai una realtà indiscutibile, che nel corso del 2013 ha visto l’apertura effettiva del Collegio “Carlo Cattaneo” e l’inizio della costruzione degli impianti sportivi».
L’università a disposizione del territorio – Internazionalizzazione, modernizzazione dell’amministrazione, nuovi investimenti per la ricerca e il miglioramento dei servizi sono gli obiettivi che il rettore si è posto per i prossimi anni di attività. «L’università dell’Insubria si sente giovane attiva e ha voglia di fare – ha sottolineato il prorettore vicario, il professor Colangelo -. Vuole uscire dalla torre d’avorio in cui può essersi trovata in qualche circostanza del passato. Pur conservando l’autonomia che le è propria, si mette tuttavia a disposizione del territorio per dare il porprio contributo a risolvere, insieme alle altre istituzioni, quei problemi sociali che le nostre comunità ci propongono».
Leggi anche – Insubria, l’inaugurazione in pillole
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