Dario Fo racconta l’Italia con gli occhi della sua Franca
Venerdì 20 dicembre al Teatro di Varese andrà in scena "In fuga dal Senato", lo spettacolo tratto dall'ultimo libro scritto da Franca Rame prima di morire. Il premio Nobel ci racconta sensazioni e aneddoti, con un occhio al presente
Dario Fo torna sul palcoscenico del Teatro di Varese. Lo fa in memoria dell’amata Franca Rame e per risvegliare la coscienza civile di un Paese addormentato. Venerdì 20 dicembre andrà in scena “In fuga dal Senato”, tratto dall’ultimo libro di Franca (edito da Chiarelettere), scritto negli ultimi giorni della sua vita: «Un testo di denuncia e passione che ha voluto lasciare soprattutto ai giovani e in particolare alle donne, frutto di un’esperienza che parte dalla sua giovinezza, dalle lotte sociali, gli interventi contro lo sfruttamento del lavoro spesso mafioso, contro le guerre di conquista camuffate da battaglie per la pace ma tempestate di cadaveri… – spiega Dario Fo, classe 1926, premio Nobel nel 1997, che disturbiamo nel suo atelier di pittura -. Racconta i suoi 18 mesi in Senato, ma anche della sua vita, perchè ha accettato di candidarsi e perchè ha abbandonato». Una vicenda che ha lasciato tanta amarezza in Franca Rame, arrivata a Palazzo Madama nel 2006 carica di entusiasmo, perso per strada nel giro di un anno e mezzo a causa di giochi di potere, indifferenza e pochezza dei colleghi, più interessati a curare gli interessi loro e dei loro finanziatori piuttosto che occuparsi dei temi veri che stanno mettendo in ginocchio l’Italia.
Franca Rame nel libro racconta episodi, aneddoti, storie e personaggi: «Ce ne sono di ogni tipo, me ne parlava quando rientrava a casa dopo le sedute in Senato e ha voluto riportare tutto nel suo ultimo lavoro. Questo mio spettacolo è una dedica a Franca, alla sua grande onestà e alla sua sete di cultura e giustizia – racconta Fo -. Ha raccontato quasi giorno per giorno la propria esperienza, ricercando e analizzando i fatti vissuti in prima persona su giornali e documenti. Ricordo ad esempio la sua battaglia sull’uranio impoverito e per i soldati italiani ammalati e morti, ignorata e snobbata da tanti suoi colleghi senatori: una battaglia vinta solo dopo essere uscita dal Senato. Oppure il lungo iter sulla commissione d’inchiesta sul G8 di Genova: Franca fu testimone di quei giorni e quando arrivò in Senato fece di tutto per portare all’attenzione dei colleghi le atrocità commesse dalle forze dell’ordine, ma non fu ascoltata. Scontrarsi contro il potere è sempre pericoloso e in pochi ne hanno la forza».
Poco meno di due anni fa, nel febbraio 2012, la coppia salì per l’ultima volta sul palcoscenico del Teatro di Varese con Mistero Buffo: «Torno a Varese con piacere. Qui Franca è cresciuta, ha lasciato ricordi, amici, la scuola, il teatro di giro con la sua famiglia, esperienza che l’ha formata e forgiata nel carattere e nello spirito». Sulla situazione attuale, tra forconi e proteste di piazza, Fo, sempre attento alle vicende politiche e non solo, commenta caustico: «Speriamo che il Paese si svegli. Questi movimenti di popolo sono lo specchio e il risultato dell’indifferenza dei politici che hanno sempre ignorato i problemi reali delle persone – chiosa Fo -. C’è un sentimento di rabbia non lineare con la destra o la sinistra, la gente è schiacciata, umiliata, presa in giro e paga i danni di banche e del potere economico e politico. C’è una preoccupante mancanza di coscienza civile e di rispetto. In 70 anni di teatro ne ho viste di cose, spesso anticipando la realtà con i miei spettacoli: un paese senza racconto è un paese che non può esistere. Ognuno dovrebbe fare il proprio dovere al meglio».
Per informazioni su biglietti e prenotazioni si può consultare il sito del Teatro di Varese
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