“Noi non c’entriamo nulla con i forconi”

Il collettivo Ultimi Mohicani prende le distanze dalle proteste sociali raccolte sotto la sigla dei "Forconi". «Sbaglia chi dalla crisi pensa di uscire sostituendo all’attuale dittatura finanziaria una militare"

Gli Ultimi Mohicani – il collettivo antagonista di base a Gallarate e dintorni – non hanno aderito alla protesta dei Forconi, seguono le lotte sociali ma guardano preoccupato anche i segnali di «vie d’uscite a destra dalla crisi». Nelle ultime settimane Gallarate è stata al centro di varie proteste, da quella degli studenti di alcune scuole superiori sostenuta dai Mohicani a quella dei sindacati di base di venerdì 20 dicembre. In mezzo, appunto, il corteo dei Forconi, da cui però il collettivo prende le distanze, dicendo che c’è stato un equivoco sulla loro partecipazione: «Non abbiamo partecipato a quell’iniziativa, non perché non vi siano delle ottime ragioni per ribellarsi al dilagante impoverimento economico e sociale, ma perché all’interno di quell’iniziativa erano vistosamente presenti anche gruppi che propongono inaccettabili soluzioni peggiorative». I Mohicani dicono che l’equivoco su una loro partecipazione alla manifestazione dei "Forconi" è nato dalla «presenza di uno striscione “Combatti la povertà rivolta la crisi”», quello che è da mesi esposto al campo sportivo di Via Forze Armate che il gruppo rivendica come spazio autogestito. Uno striscione portato sul posto, ma che non significava adesione: «Siamo convinti che buona parte di coloro che hanno partecipato a quell’iniziativa erano mossi da altrettanta sana e genuina rabbia nei confronti di una politica di austerità che ha depredato le tasche del 90% degli italiani a favore del solito 10% di italiani. Per noi la necessità di ribellarsi nasce dal desiderio di star meglio e non peggio, di ampliare le libertà, di ridistribuire equamente la ricchezza, di combattere la povertà. Siamo invece molto preoccupati da chi, al contrario, dalla crisi pensa di uscire resuscitando vecchi nazionalismi, proponendo la sostituzione dell’attuale dittatura finanziaria con una militare (il governo di transizione guidato dai militari), che vaneggia di antisemitismo e di caccia allo straniero». I Mohicani sottolineano ancora una volta che l’antifascismo è considerato un elemento irrinunciabile e parlano invece del rischio che la crisi economica durissima finisca a portare verso nuove forme di fascismo.

Quanto alle ragioni di chi protestava, i Mohicani hanno le idee chiare su quali siano – secondo loro – i punti chiave: «Per noi l’esigenza di ribellarsi (che oggi appare decisamente diffusa) nasce:
dalle condizioni in cui viviamo; dall’impoverimento generale; dal 10 % di italiani che spolpano il restante 90%; dai politicanti, legittimi rappresentanti solo degli interessi di questo 10%, dal finanziamento di banche e banchieri (a cui l’Europa ha regalato in 3 anni 4.500 miliardi di euro), dai possessori di grandi capitali, dalle agenzie di rating, dalle Lobby militari (che sottraggono 40 miliardi di euro a tutt@ per le loro amatissime armi da guerra ad iniziare dagli F35), dalle Lobby delle grandi opere (20 miliardi solo per la TAV in Valsusa), dalla spending review che taglia i servizi per lasciare solo gli affari».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Dicembre 2013
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