Tagliano la pulizia nelle scuole e pure i lavoratori
La protesta di 90 lavoratrici davanti alla prefettura: non ricevono lo stipendio da tempo e rischiano di perdere il posto di lavoro perché la ditta che ha vinto il nuovo appalto ha annunciato il taglio del 50% delle ore lavorate
La crisi non è uguale per tutti, per alcuni è più feroce. È il caso delle novanta lavoratrici che si occupano della pulizia delle scuole superiori della provincia di Varese che, oltre a non ricevere lo stipendio da tempo, rischiano di perdere il posto di lavoro. È una vicenda che è stata definita giustamente kafkiana. Ci si trova infatti di fronte a un effetto della spending review che, centralizzando la spesa, ha di fatto sradicato dal territorio le gestione degli appalti, abbattendo la propria scure sull’ultima ruota del carro, quella meno tutelata: le lavoratrici delle pulizie. Stiamo parlando di persone che guadagnano in media 600 euro al mese e che rischiano di rimanere a casa perché la società che ha vinto il nuovo appalto, la Manutencoop, un colosso cooperativo di Bologna, ha già annunciato il taglio del 50% delle ore lavorate, dimezzando così un servizio che era già al limite dell’efficienza necessaria.
Le lavoratrici hanno già ricevuto le lettere di licenziamento, che scatterà il 31 dicembre, ma non hanno ancora notizie certe sul loro futuro ed è per questo che hanno protestato davanti alla prefettura di Varese. Il segretario provinciale dei Cobas, Antonio Ferrari, dopo essere stato ricevuto dal Prefetto Giorgio Zanzi, al termine della mattinata è andato anche dal provveditore agli studi Giorgio Merletti. «Stiamo parlando di un servizio essenziale – spiega Eugenio Busellato dei Cobas -. I nostri figli trascorrono a scuola gran parte della loro giornata ed è giusto garantirgli un ambiente sano dal punto di visto dell’igiene. I tagli del ministro Gelmini avevano già ridotto al minimo questo servizio. Ora siamo al lumicino».
«Sarà un Natale senza regali per i nostri figli – dice con amarezza una lavoratrice -. Non resta che sperare nell’anno nuovo».
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