Quando i luoghi del terrore sono a casa nostra

La quinta puntata del web documentario di Marco Bechis fa tappa a Varese per raccontare un pezzo di storia di Vera Vigevani Jarach, quando il nonno, ebreo, venne catturato a Lavena Ponte Tresa

vera lavena ponte tresaLa banalità del male passa anche da un delizioso scorcio di lago in una bella giornata di sole, magari anche attraverso i chilometri di una strada percorsa tutti i giorni per andare al lavoro, o nello sguardo che lasciamo dietro alle spalle quando passiamo accanto al carcere dei Miogni, a Varese. Eppure la forza delle immagini scelte dal regista Marco Bechis per realizzare il docufilm dedicato a Vera Vigevani Jarach sono un pugno nello stomaco che tocca profondamente, arriva nello spirito fra le brevi frasi di questa donna minuta ma che allo stesso tempo infonde una forza enorme nei suoi occhi e nei suoi gesti.
La storia di Vera Vigevani Jarach corre attraverso due drammi: la perdita della figlia, non più ritrovata dopo uno dei voli della morte nell’Argentina dei militari, e quello della Shoah: il nonno, Ettore Felice Camerino, venne gasato e bruciato nei forni di Auschwitz dopo essere stato catturato proprio in provincia di Varese dai nazisti.
Due morti privi di un posto dove piangerli.
Accompagnata dallo storico varesino Franco Giannantoni, la signora Vera ha ripercorso i momenti della cattura del nonno, avvenuta proprio al valico con la Svizzera di Lavena Ponte Tresa. Poi il trasferimento ai Miogni, ancora a San Vittore, e in ultimo al binario 21 della stazione centrale di Milano dove i vagoni venivano piombati e riaperti in Polonia, Austria, Germania.
La tragedia nella tragedia, per noi varesini, è scoprire, o ricordare, che su quelle strade che ogni tanto frequentiamo, in quei luoghi, fra quegli scorci, hanno albergato il terrore, e il male. Un dovere di ricordare che le vittime e i sopravvissuti di quei tempi ancora oggi tengono vivo: solo ieri, nelle scuole del Saronnese, proprio Vera Vigevani Jarach ha parlato da “militante della memoria”, come lei stessa si definisce.
Di seguito la quinta puntata de “Il rumore della memoria” pubblicato dall’edizione on line del Corriere della Sera.



Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Gennaio 2014
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