Svizzeri al voto contro “l’immigrazione di massa”
Il 9 febbraio i cittadini della Confederazione dovranno esprimersi in merito alla proposta dell'Udc che chiede di rinegoziare gli accordi con l'Ue per quanto riguarda la libera circolazione delle persone
"Contro l’immigrazione di massa". Non lascia spazio a interpretazioni il titolo dell’iniziativa popolare presentata dall’Udc (Unione democratica di centro) svizzera che porterà i cittadini della Confederazione alle urne il prossimo 9 febbraio. La proposta presentata chiede l’introduzione di tetti massimi all’immigrazione e la rinegoziazione degli accordi bilaterali che regolano la libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea all’interno dei confini elvetici.
Qualora venisse approvata l’iniziativa dell’Udc potrebbe incidere pesantemente anche sul mercato del lavoro del vicino Canton Ticino dove attualmente sono impiegati, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, poco meno di 60mila lavoratori italiani, comaschi e varesotti in primis.
Il testo presentato precisa infatti che «i tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un’attività lucrativa devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell’economia svizzera» e introduce il «principio di preferenza agli Svizzeri». I limiti, si legge inoltre, «devono comprendere anche i frontalieri».
«Con l’iniziativa – si legge nella nota di presentazione diffusa dall’Udc – si intende riprendere la regolazione autonoma dell’immigrazione, dopo che la Svizzera ne ha perso il controllo. Sempre più gente affluisce nel nostro paese, con gravi conseguenze per l’economia e la società. Principali cause di questa evoluzione sono in particolare l’immigrazione dall’UE, le frontiere aperte e i problemi che si trascinano nel settore dell’asilo. L’immigrazione di massa deve essere fermata. L’iniziativa dell’UDC crea i presupposti, affinché il soggiorno delle straniere e degli stranieri sia limitato tramite tetti massimi annuali e contingenti per tutti i permessi di residenza previsti dalla legge sugli stranieri, incluso il diritto d’asilo».
Cos’è un’iniziativa popolare (dal sito della Cancelleria federale) – In Svizzera il ricorso agli strumenti di democrazia diretta è molto frequente. I cittadini che hanno diritto di voto possono chiedere di sottoporre a votazione popolare una loro proposta di modifica della Costituzione federale. Per la riuscita formale di un’iniziativa sono necessarie le firme di 100 000 aventi diritto di voto, raccolte entro il termine di 18 mesi. L’iniziativa popolare può essere presentata in forma di proposta generica – come avviene molto spesso – o in forma di progetto già elaborato, il cui tenore non può essere modificato dal Parlamento o dal Consiglio federale. Le autorità reagiscono spesso a un’iniziativa popolare, presentando un controprogetto più moderato, nella speranza che quest’ultimo sia accettato da popolo e Cantoni. Dal 1987, nelle votazioni popolari sulle iniziative, esiste la possibilità del doppio sì: è quindi possibile approvare sia l’iniziativa sia il controprogetto; con una domanda risolutiva si stabilisce quale dei due testi entra in vigore nel caso in cui entrambi ottengano la maggioranza dei votanti e dei Cantoni. Visto che non sono emanate dal Parlamento o dal Governo, ma dai cittadini, le iniziative popolari sono un elemento motore della democrazia diretta.
Leggi anche – Freno all’immigrazione, quote anche per l’Italia
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