Brugnoli: “Bene Renzi, ma il confronto con le parti sociali non può e non deve essere trascurato”

Così il Presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Giovanni Brugnoli, in occasione della riunione della Giunta in merito alle scelte del governo

giovanni brugnoli"Il tentativo del Premier Matteo Renzi è certamente coraggioso, fuori dagli schemi, direi neppure immaginabile fino a poco tempo fa". Così il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Giovanni Brugnoli, in occasione della riunione della Giunta, cioè dell’organo associativo allargato dell’associazione imprenditoriale. Due sono, in particolare, le connotazioni positive che il Presidente Brugnoli riscontra nel programma del Premier.
"La prima è il tentativo di trasferire parte del carico fiscale dalle attività produttive alle rendite finanziarie. Premiare chi produce a crea occupazione – spiega – è senza dubbio una prospettiva auspicabile, non solo in una contingenza economica difficile come l’attuale, ma in generale. Si tratta quindi di un salto "culturale" che non può che portare vantaggio alla nostra economia".
Beninteso – avverte Brugnoli – dovrà trattarsi di misure incisive e, soprattutto, definitive: non vorremmo in altri termini si ripetesse l’escamotage, già visto in passato, per cui l’erario si riprenda con una mano ciò che ha dato con l’altra. Né sarebbe pensabile addossare alle imprese, già
tartassate su più fronti, anche l’onere economico di anticipare ai propri dipendenti l’equivalente
della diminuzione del cuneo fiscale. Le coperture finanziarie devono essere effettive e devono essere conseguite mediante riduzioni della spesa pubblica improduttiva, non con giochi di
prestigio".

"La seconda – ha aggiunto – è la visione di insieme del progetto riformatore, che tiene insieme rilancio economico, riforme istituzionali, ammodernamento delle infrastrutture materiali e
immateriali del Paese, tra le quali gli edifici scolastici: cosa che non accadeva da tempo. Di questo, in Italia, c’è veramente bisogno". E aggiunge: "L’azione necessaria per risolvere i problemi reali del Paese richiede provvedimenti finalmente incisivi, non effimeri, non di piccolo cabotaggio, in grado di favorire una ripresa del ciclo economico che possa stabilizzarsi. Se riprende il mercato interno, riprende anche l’occupazione e si può riavviare in tal modo un circolo virtuoso che possa far crescere i volumi produttivi, aumentare la redditività, far rientrare i livelli di indebitamento con le banche, rianimare le entrate tributarie sul fronte dell’Iva. Insomma, tornare ad una certa normalità".
E sui primi provvedimenti adottati? "Le prime misure sono state quelle che, modificando la Riforma Fornero, si sono proposte opportunamente di favorire nuova occupazione tornando ad una maggiore semplificazione nella stipula dei contratti a termine e dei contratti di apprendistato. Si è trattato di misure che Confindustria invocava da tempo".
E quanto agli annunci sulle cose da fare successivamente? "Tra le misure da introdurre da qui alla
prossima estate ve ne sono sicuramente di utili e urgenti come il pagamento integrale dei debiti della Pubblica Amministrazione; un nuovo intervento, più sostanzioso del precedente, sul cuneo fiscale; un alleggerimento dell’Irap, a proposito del quale si deve osservare che la prospettata
diminuzione del 10%, che non può ovviamente essere considerato soddisfacente ma che è pur sempre un segnale nella giusta direzione". Con un’avvertenza: "Su queste, e su altre misure promesse, il giudizio deve essere comunque sospeso in attesa di conoscerne l’esatta formulazione, sulla quale poi si potrà discutere dando continuità a quel confronto con le parti sociali che non può e non deve essere trascurato nella consapevolezza che il dirigismo porta sempre con sé il rischio di non calibrare perfettamente le decisioni in rapporto alle effettive esigenze che si
intendono soddisfare. E senza dimenticare che nella tradizione del nostro Paese la concertazione
ha avuto un ruolo importante, specialmente nei momenti di maggiore criticità".
"L’auspicio – conclude Giovnni Brugnoli – è comunque che il necessario passaggio parlamentare,
per tradurre in fatti i propositi riformatori, veda l’intera classe politica, a prescindere dagli schieramenti, impegnata in un’azione di opportuno affinamento dei progetti che il Governo
presenterà con, però, l’obiettivo comune di giungere a risultati effettivi. Non è più tempo di litigi, ci aspettiamo senso di responsabilità da parte di tutti nel privilegiare l’interesse della Nazione. Il tempo delle diagnosi è scaduto. Per le terapie, occorre per forza di cose mettersi d’accordo prima che il paziente soccomba".

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Pubblicato il 28 Marzo 2014
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