Coelux, il progetto che porta la luce dove non c’è
Lo spin off dell'Insubria è stato considerato tra i tre più interessanti al mondo nel campo dell’illuminotecnica
È Coelux srl, spin-off dell’Università degli Studi dell’Insubria, il terzo progetto più interessante al mondo nel campo dell’illuminotecnica: Coelux è una sorta di finestra tecnologica che ricrea in un ambiente chiuso la luce naturale. A collocarla nella top five mondiale è una delle maggiori riviste internazionali del settore, “Lux Review”, in un articolo del 7 aprile. Il giornale dedica ampio spazio al salone: “Light&Building” evento leader mondiale dell’architettura e della tecnica, svoltosi a Francoforte dal 30 marzo al 4 aprile, dove vengono presentate le ultime innovazioni nell’ambito dell’illuminazione, dell’elettrotecnica, della domotica e dell’automazione degli edifici, e indica una top ten delle novità presentate al salone: la start up dell’Università degli Studi dell’Insubria è al terzo posto, dopo due marchi come IGuzzini e Osram.
Coelux riproduce in un luogo chiuso una luce simile a quella naturale, proprio come se si fosse all’aria aperta, grazie a una sofisticata tecnologia che integra particolari led luminosi a un sistema ottico basato su nanotecnologie. Il sistema offre anche la possibilità di scegliere tra diverse varianti di luminosità: Nord Europa, Mediterraneo e Tropici.
«È un progetto al quale lavoro da dieci anni – spiega il professor Paolo Di Trapani, docente di ottica all’Università dell’Insubria e fondatore di Coelux – che è stato reso possibile grazie al lavoro di staff con i miei colleghi dell’Università degli Studi dell’Insubria e a un finanziamento da parte dell’Unione Europea. Dà innegabili vantaggi: appartamenti, uffici, grandi magazzini, stazioni, ma anche metropolitane, aeroporti, ascensori, o ancora ospedali, alberghi e spa e potranno essere illuminati con Coelux come se fosse mezzogiorno all’aperto in un giorno sereno. “Mettiamo in scena la natura”, svelando i meccanismi fisici che originano i colori dei paesaggi, così facendo, si potrà migliorare la qualità della vita per quella sempre crescente frazione della popolazione che, a causa delle caratteristiche dei moderni ambienti lavorativi, dei centri commerciali e ricreativi, spende gran parte della vita in ambienti poveri o privi di illuminazione naturale».
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