Smantellato traffico di coca dalla Bolivia finanziato dalla ‘ndrangheta

Si è conclusa il 17 marzo scorso con 8 arresti l'operazione di contrasto all'importazione di cocaina dal sud America condotta dalla procura e dalla Guardia di Finanza di Malpensa. In manette anche un boss delle 'ndrine


L’ennesimo traffico internazionale di droga attraverso l’aeroporto di Malpensa è stato sgominato dal nucleo di Guardia di Finanza di Malpensa con l’arresto di 8 persone, tutte di nazionalità italiana, ritenuti membri di un’associazione a delinquere che trafficava cocaina dal Perù all’Italia. Tra questi anche un esponente di un clan della ‘ndrangheta, considerato il finanziatore dell’organizzazione e definito «personaggio di grande spessore criminale già noto alle cronache» dal procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana, ma del quale non ha voluto assolutamente fare il nome così come per gli altri soggetti coinvolti. L’indagine, iniziata nel giugno del 2013, si è conclusa il 17 marzo scorso con l’esecuzione dei decreti di fermo emessi dal sostituto procuratore Maria Cristina Ria della Procura di Busto Arsizio. 

Tutto è iniziato dall’arresto a Malpensa di un bresciano che aveva addosso qualcosa come 12 kg di cocaina. Li aveva letteralmente addosso in quanto la tecnica usata per il trasporto della sostanza stupefacente consisteva nell’impregnare gli abiti di coca allo stato liquido. Il corriere arrivava dalla capitale del Perù via Madrid, una rotta certamente insolita per i grossi traffici di cocaina dal sud America e, forse, considerata più sicura dai narcotrafficanti. Sin dall’inizio è apparso chiaro che si trattava di un cosiddetto mulo, un uomo reclutato appositamente per il trasporto della coca da un’organizzazione. Il pm Ria ha immediatamente fatto partire una serie di indagini tecniche attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno progessivamente rivelato i contorni dell’organizzazione che aveva base nella zona di Parabiago con propaggini fino all’hinterland milanese e allo stesso capoluogo lombardo. 

Dalle indagini sul corriere si è dunque arrivati a delineare un gruppo di una decina di soggetti,

alcuni anche imparentati tra loro, coinvolti nel traffico. Dalle intercettazioni si è anche capito chi fosse il contatto in sud America, un cittadino recluso in un carcere boliviano dal quale riusciva comodamente a comunicare con l’esterno. Durante l’indagine sono stati accertati anche altri 4 tentativi di importazione dei quali due bloccati direttamente in Perù dalle autorità di quel paese mentre un terzo è abortito a causa di problemi burocratici e il quarto per la rinuncia del corriere. Infine è arrivato il blitz che ha messo fine, in Italia, al traffico di cocaina. Nell’azione condotta dagli uomini alle dipendenze del tenente colonnello Giuseppe Bua sono state rinvenute anche due pistole nascoste in un’intercapedine di una parete del bagno, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento della sostanza. Trovate, inoltre, 98 banconote da 500 euro e 345 banconote da 1000 franchi false.

Anche questa indagine conferma, dunque, la radicata presenza della ‘ndrangheta, con numeri sempre più impressionanti, in Lombardia e in particolar modo nell’Altomilanese e nei territori attigui. I gruppi presenti, tra l’altro, godono di contatti e ramificazioni che confermano la potenza di questa organizzazione diventata ormai, almeno in Italia, la più potente e attiva.

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Pubblicato il 02 Aprile 2014
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