La produzione industriale riparte, a trainarla alimentari e metallurgia
L'Istat certifica il rialzo più alto dall'agosto 2011, più 1,6% su base annua.
L’Istat rileva un aumento della produzione industriale dello 0,7% rispetto a marzo e una crescita dell’1,6% su base annua. L’istituto di statistica spiega che quello di aprile 2014, è il rialzo annuo più alto dal mese di agosto 2011. Un aumento che supera le aspettative degli analisti, i quali si aspettavano un aumento meno sensibile del settore industriale italiano.
Se si considarano le rilevazioni mensili precedenti, era da gennaio che non si registrava una variazione positiva.
Le variazioni congiunturali sono risultate positive nei comparti dell’energia (+3,0%), dei beni di consumo (+2,2%) e dei beni intermedi (+ 0,5%). Segna invece una variazione negativa, il raggruppamento dei beni strumentali (-1,3%). Pe quanto riguarda le sole attivita’ manifatturiere, la produzione aumenta dello 0,4%. Gli indici corretti per gli effetti di calendario (il primo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al primo trimestre del 2013) registrano ad aprile 2014 aumenti tendenziali nei raggruppamenti dei beni intermedi (+3,9%) e dei beni di consumo (+3,2%). Flessioni negative per il comparto dell’energia (-5,3%) e, meno marcato, per quello dei beni strumentali (-0,7%).
Le attivita’ manifatturiere aumentano del 2,1%. Per quanto riguarda i settori di attivita’ economica, ad aprile i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,1%), delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+5,8%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,4%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-6,7%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-4,9%).
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,1 punti percentuali alla variazione del PIL. Il contributo è stato negativo per gli investimenti fissi lordi (-0,2 punti percentuali), nullo per i consumi delle famiglie residenti e positivo per i consumi della Pubblica Amministrazione e delle Istituzioni Sociali Private (+ 0,1 punti percentuali). Le scorte e gli oggetti di valore hanno contribuito negativamente alla variazione del PIL (- 0,2 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,2 punti percentuali.
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