Esondazione Seveso: “Non è accettabile il raddoppio del canale scolmatore”
Il Parco del Ticino si opporrà in tutte le sedi al progetto dal momento che “è inaccettabile che invece di risolvere le questioni di cui si è causa le stesse si tenti di scaricarle in altri bacini idrografici, specialmente se con acque inquinate"
La situazione che si è verificata tra fine giugno e inizio luglio, quando gli eventi temporaleschi sul bacino del Seveso hanno causato lo scarico di notevoli quantità d’acque inquinate dal Canale Scolmatore Nord/Ovest al fiume Ticino, ha destato forti preoccupazioni al Parco del Ticino, alle Amministrazioni e alle popolazioni di valle. Non si tratta, infatti, di una situazione nuova ma di un fatto che si ripete periodicamente da anni e che sembrava in via di soluzione. La preoccupazione è cresciuta quanto sui giornali si è tornato a parlare delle difficoltà a costruzione le vasche di laminazione delle acque di piena del fiume Seveso, e quindi a rispettare gli impegni assunti in sede di accordo di programma.

«Scelte come quelle proposte mettono in dubbio la realizzazione dei bacini di laminazione – afferma il vicepresidente del Parco del Ticino con delega alle Acque, Luigi Duse – e provocherebbero la necessità per il Parco del Ticino di assumere iniziative, anche dure, a tutela del fiume e delle popolazioni rivierasche. E’ improponibile e inaccettabile che invece di risolvere le questioni di cui si è causa (forte urbanizzazione con consumo eccessivo di suolo), le stesse si tenti di scaricarle in altri bacini idrografici, compromettendo aree come quelle del Ticino che, grazie a politiche di pianificazione territoriale attente e corrette seguite dalle amministrazioni locali, hanno raggiunto un equilibrio ambientale di qualità».
L’accordo di programma ha permesso di fare accettare per un certo periodo il sacrificio di subire l’effetto delle acque di scarsa qualità provenienti dal nord Milano.
Ma se non si va verso la soluzione auspicata e prevista dai progetti approvati ma anzi si ipotizza l’ampliamento dello scolmatore, non ci saranno più le condizioni per un sereno confronto, ma solo azioni finalizzate a tutelare il nostro territorio protetto la cui qualità, come detto, non è causale ma frutto di politiche di pianificazione attente che hanno evitato speculazioni e l’eccessivo consumo di suolo. Questo ha fatto si che non si verifichino gli effetti incontrollabili, anche con piogge “normali”, come accade, invece, nel bacino del Seveso/Olona.
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