Turini e le due mani destre sulla tastiera
L'interprete di Bach ha inciso la Suite Inglese in re minore BWV 811 e la Partita in re maggiore BWV 828. La sua interpetazione «è la sfida dell'uomo con se stesso: resistenza, nettezza di colpo e dinamica, continuità del flusso musicale in chiarezza»
Ahmad Jamal, uno fra i pianisti più influenti del XX secolo, fu soprannominato "l’uomo con due mani destre". Non sappiamo se Jamal sia, o meno, tra gli ascolti di Andrea Turini. Una cosa, però, è certa: le mani destre, in questo disco, sembrano essere due. La fluidità al confine dove la tecnica si fa virtuosismo, porta Turini a sciogliere gli incastri contrappuntistici con una lettura da oreficeria musicale. Tonica e festosa, ma soprattutto fatta di quelle sottigliezze che trasformano Bach in un fondale riflesso nel cielo dell’anima. È qui che Turini si conferma interprete bachiano di particolare consistenza. Capace di sgranare e raffermare la corposità della scrittura in un canto libero, come se le note fossero perle sfilate da una collana. Con tempi che l’interprete – spesso – vuole guizzanti e indocili, parti che si intersecano in sfide ritmiche (ma distinte nel rispondersi e richiamarsi), congregazioni sountuose di piramidi di luce. Turini non pensa alla musica come ad un esercizio serafico (nonostante la natura contemplativa che caratterizza la danza allemanda) ma come ad una battaglia grondante onori, vittorie e brevi pause riflessive che riconducono a nuove strategie. E secondo questa sequenza umorale é costruita la sua lettura bachiana: dal Prelude della Suite Inglese in re minore BWV 811 (aperto da un rallentare prossimo al “ritardando” e poi “sparato” nell’imposizione ritmica riottosa e incessante) alla Allemande fatta di tortuosa eleganza. Courante, Gavotte e Gigue svelano, poi, un mondo capriccioso nel quale bisticci, ironia e cantabilità sembrano riverberi dello stesso specchio. È la sfida dell’uomo con se stesso: resistenza, nettezza di colpo e dinamica, continuità del flusso musicale in chiarezza. E’ musica sontuosa e tenera, quella di Bach. E così la racconta – e la vuole – Turini: tanto abile nel gioco episodico dell’attesa (l’Ouverture della Partita in re maggiore BWV 828, teoricamente francese, ne é un esempio viscerale) quanto in quello della declamazione che, nella Allemande della Partita, raggiunge forse il suo apice d’amore. La Courante, allora, si fa altezzosa nei suoi barocchismi; l’Aria quasi volatile e degna dell’opera di Dresda; la Sarabande complice della trasparenza di Rameau. Ma con la Gigue, ancora una volta, prende il via un viaggio dove la morbidezza pneumatica si abbina al nerbo muscolare. Allora, l’ascoltatore potrà chiedersi – coltivando il gusto per l’assurdo – se mai possa esistere un’interpretazione moderna di Bach. Se con il termine modernità si intende la riscoperta della bellezza nelle sue tante forme – estetica, comunicativa e dialogante – con Turini siamo in presenza di ciò che é contemporaneo ma senza tempo. È qui che Bach si impreziosisce di una nuova dimensione e di uno spazio che il pianista sa trasformare in vastità, attribuendole non solo validità temporale ma anche quella durata che va oltre la soglia del semplice suono. Quindi, profondità non tanto spirituale quanto terrestre. Non la ricerca di un significato simbolico, ma la rivelazione di ciò che l’uomo é e scopre attraverso la musica di Bach: una risposta, sempre diversa, alle sue richieste di salvezza.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
elenera su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Felice su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Alessandra Toni su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
lenny54 su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
Valeria Vernon su MV Agusta la situazione è critica: il sindacato dice no ai licenziamenti collettivi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.