Un “sito comunitario” per difendere l’ultima brughiera
L'originale brughiera, che un tempo caratterizzava il "terrazzo" affacciato sulla valle, è sempre più ridotta: per difenderla meglio il Parco Ticino propone di istituire un nuovo Sito d'Interesse Comunitario tra Lonate, Castano e Nosate
Quando gli aerei iniziarono a volare, all’inizio del Novecento, la brughiera – quella vera – ricopriva mlte zone del "terrazzo" tra le ultime colline e la Valle del Ticino. A distanza di poco più di un secolo il brugo e la brughiera sono ridotti a poche aree, per questo ancora più preziose: ora il Parco del Ticino propone di identificare quelle zone come "Sito d’Interesse Comunitario", una specie di "Parco europeo" all’interno del più grande parco fluviale d’Europa.
“Brughiere di Malpensa e Lonate” sarebbe il nome del nuovo sito, su una superficie di 856,10 ettari ed interessa i Comuni di Lonate Pozzolo e in misura molto minore anche i comuni del milanese vicini, Castano Primo e Nosate (nella carta sotto: il rosso individua il perimetro del Sic, il giallo il territorio della provincia di Varese, il verde chiaro quella in provincia di Milano). Pochi giorni fa il presidente del Parco del Ticino Gianpietro Beltrami ha spiegato alla Commissione agricoltura di Regione Lombardiale ragioni della sua richiesta, fondate in primis sull’elevata valenza ecologica dell’area, caratterizzata dalla presenza di habitat e specie di interesse comunitario. Una zona che – oltre ad avere un suo valore intrincseco – fa anche da “cuscinetto” tra l’aeroporto internazionale di Malpensa e i centri abitati e che arricchisce il Parco del Ticino, essendo una delle zone a più alto tasso di biodiversità all’interno del territorio della Lombardia. «La zona di brughiera è piuttosto limitata, ma tutt’intorno esiste l’area di brughiera boscata che fa parte di un ambiente che è funzionale all’intera zona, funge da rifugio per gli animali» spiega Luciano Turrici, che cura un blog sulla biodiversità
molto attento alla zona intorno a Malpensa. Qui la brughiera vera e propria – quella caratterizzata dalla presenza della calunna vulgaris con le sue fioriture tipiche (nella foto) convive con altre zone caratterizzate da altre piante, come la ginestra dei carbonai o la molinia, che in autunno contribuisce a creare un particolare ambiente fatto di spazi aperti, erbe alte, betulle, che quasi ricorda la savana africana. Nell’arco di poche centinaia di metri convivono ambienti molto diversi: l’area proposta comprende anche tutta la "zona del Gaggio" che – denuncia anche l’associazione Viva Via Gaggio, che ha partecipato alle audizioni in commissione – rischierebbe di scomparire nel caso venga autorizzato il progetto della terza pista e dell’ampliamento dello scalo di Malpensa, progetto su cui il Parco del Ticino ha espresso parere negativo, insieme a diversi Comuni e alla Provincia di Varese.
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