7 colpi in una settimana, in manette la banda del “revolver cromato”
Arrestati i 4 responsabili di una serie di rapine nel basso Varesotto. I carabinieri: “Rubavano auto per i colpi e si servivano sempre della stessa arma: una grossa pistola a tamburo”
C’era un dettaglio ricorrente nei racconti delle vittime dei sette colpi che, tra il 25 febbraio e il 5 marzo, hanno terrorizzato il basso varesotto: un grosso revolver cromato. «E’ stato questo elemento ad aver fatto intuire ai militari della caserma di Sesto Calende, luogo del primo colpo, che poteva esserci un collegamento tra i colpi», spiega il PM Luigi Furno dopo aver fatto arrestare i 4 componenti della banda.
Le indagini, condotte dalla Stazione di Sesto Calende hanno preso avvio a seguito di due rapine avvenute il 25 febbraio ai danni di un automobilista e successivamente, utilizzando proprio questa vettura, nei confronti del distributore Tamoil di Sesto Calende. «Operavano così –spiega il nuovo capitano della Compagnia di Gallarate, Alessandro Brunetti– rubavano un auto e con quella cercavano di effettuare altri colpi». Questo è successo anche il 4 e 5 marzo quando sono state rubate auto in un centro commerciale di Daverio e in una via di Castano Primo per effettuare due rapine: una farmacia a Casale Litta e un ufficio postale di Lonate Pozzolo.
Per il furto dell’auto a Daverio, in particolare, è stato esploso anche un colpo di arma da fuoco rendendo così evidente che quell’arma non era affatto un giocattolo. Le verifiche investigative, unite al riscontro avuto delle vittime delle rapine, hanno portato velocemente ad accertare che gli illeciti erano strettamente connessi. «In particolare abbiamo riscontrato che i cellulari dei soggetti ogni volta che c’era un colpo si agganciavano sempre alle celle telefoniche più vicine ai luoghi dei reati», spiega il Maresciallo di Sesto Calende. Questo, unito anche alla collaborazione del primo degli arrestati, ha portato in cella i 4 componenti della banda, tutti italiani di età compresa tra i 37 e i 50 anni. «Complessivamente hanno accumulato un bottino di 6.000 euro -continua il Maresciallo- subito speso per acquistare droga».
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