“Con l’arrivo di Decathlon e Bricoman si perderanno 350 posti di lavoro”

Nei prossimi giorni al via una raccolta firme tra i commercianti di diversi paesi, promossa da Antonio Simonetto della Confederazione Indipendente Sindacati Europei per contrastare i due insediamenti previsti al Ponte di Vedano

Una raccolta firme contro i nuovi Decathlon e Bricoman che saranno realizzati al Ponte di Vedano, nell’area ex Sottricci. La protesta è stata organizzata dai commercianti di tutta la zone, provienenti di diversi paese e promossa dalla Confederazione Indipendente Sindacati Europei, di cui fa parte il castiglionese Antonio Simonetto. A firmare il documento dovrebbero essere, secondo il sindacato, tutti i piccoli negozianti dei paesi sulla strada statale Varesina: Lozza, Vedano, Castiglione, Venegono Superiore e  Venegono Inferiore, Gornate, Castelseprio, Gazzada Schianno, Castelseprio, Morazzone, Varese.
«Da una prima analisi dei dati pubblicati, gli interventi prevedono una futura occupazionedi circa 110 persone – spiega Simonetto -. Senza entrare nel merito dei contratti, è pur vero che a fronte di queste nuove opportunità, si deve prevedere con ogni probabilità la dismissione o la riduzione del personale delle attività esistenti nei comuni interessati e in quelli limitrofi. Infatti, come già visto in tutte le altre situazioni, l’insediamento di tali nuove attività commerciali ha decretato la fine di attività esistenti, in modo particolare per quelle relative ai settori merceologici similari a quelli che si andranno ad insediare».

Ed ecco che a nome del sindacato Simonetto fa una sommaria valutazione: «Il 70% del fatturato attratto andrà ad impattare sui comuni limitrofi agli impianti, con particolare impatto negativo in funzione della distanza dai punti vendita in progetto e considerando in 150 gli esercizi di vicinato presenti sul territorio di riferimento, si può desumere che la riduzione del fatturato e la successiva dismissione o riduzione di personale delle attività esistenti, possa essere stimata in 350 unità, tenendo poi conto che quasi tutti questi esercizi di vicinato sono per tradizione a conduzione familiare e quasi tutti con categorie merceologiche mmedesime a quelle previste nei progetti presentati. Non si vuole inoltre entrare in quello che sara’ poi l’impatto ambientale, paesagistico, ecologico di un territorio già fortemente compromesso da strade vecchie e nuove, ferrovie, dighe e quant’altro, perchè crediamo che questo compito spetti agli organi sovracomunali: Provincia , Regione, Stato».

Il testo della raccolta firme è in via di definizione e nei prossimi giorni il sindacato provvederà a raccogliere le adesioni per chiedere la rivalutazione dell’iniziativa. «Recuparare un’area dismessa, e che per anni ha inquinato – concude Simonetto -, non puo’ essere fatto sulla pelle della comunità commerciale. non molto distante a tradate abbiamo gia vissuto un triste esempio fallimentare di centro commerciale, che nel frattempo però ha provocato enormi danni».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Settembre 2014
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