“In piazza per i marò”

Fratelli d'Italia il 9 ottobre scenderà in strada per un sit-in davanti al tribunale di Busto Arsizio: " Nessuno tenti di barattare la vita e il futuro di questi nostri soldati innocenti con loschi affari internazionali"

Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Valmori Membro Assemblea Nazionale Fratelli d’Italia – An
 
Mario Monti è stato in Goldman Sachs. È membro del Bilderberg. È addirittura european chairman, presidente per l’Europa della Commissione Trilaterale dei Rockefeller e Monti non ha mai curato gli interessi Italiani, ma solo quelli della UE e delle Lobby. Nel periodo del suo mandato furono illegittimamente imprigionati nelle carceri Indiane i nostri fucilieri della Marina. Contestualmente era in essere una commessa da 560 mln di euro di Finmeccanica per la fornitura all’India di 12 elicotteri AW 101 nella quale era prevista una tangente di 51 mln di euro per vari politici, generali e burocrati indiani.
Il mondo intero assistette alla trattenuta in Italia dei fucilieri della marina che diede un sussulto di orgoglio nazionale, utile a Monti in campagna elettorale, ma purtroppo assistette anche alla vergognosa immediata restituzione dei fucilieri ai loro carcerieri Indiani a seguito di forti pressioni del Ministro Passera, membro della Lobby Bilderberg, che motivava la scelta con interessi economici nazionali di primaria importanza. In quel momento l’Italia, grande debitore a rischio insolvenza, minacciato dai mercati che non gli facevano più credito, era invitata a tagliare; fu quindi messo alle strette per privatizzare i residui gioielli di Stato di cui Finmeccanica, primo conglomerato nazionale di alte tecnologie, radar e armamenti, 7 mila dipendenti. Evidentemente era il frutto più ambito dai concorrenti internazionali, anglo-americani.
Proprio in quel momento la Commissione Europea decise di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia, come un delinquente internazionale, perché manteneva una golden share – ossia un potere di controllo del ministero del Tesoro – su società formalmente quotate in Borsa, ENI, ENEL, STET, Finmeccanica. A quel punto l’Italia, messa alle strette, fu costretta ad adeguarsi, in pratica lasciare libere quelle mega-imprese (pagate storicamente da noi contribuenti) alla mercé dei mercati. Improvvisamente in quel periodo la magistratura avviò un’inchiesta sulle tangenti per la commessa di elicotteri devastando Finmeccanica e preparandola a essere acquistata a prezzi bassi.
Dall’inchiesta emerge un pagamento di 3 mln ad AP che il magistrato lombardo ha creduto potersi riferire ad Ahmed Patel, segretario politico di Sonia Gandhi, il cui nome è presente anche nella lettera sequestrata dagli investigatori a Haschke, consulente di Finmeccanica. Quest’ultimo non ha smentito la ricostruzione del magistrato, ha negato di conoscere Patel, ma ha ammesso di conoscere Sonia Ghandi.
È’ proprio qui che prende forma il possibile collegamento tra l’inchiesta sulle tangenti Agusta Westland e la minaccia di pena di morte sventolata sulla testa dei marò. Analizzando la sequenza degli avvenimenti notiamo quanto segue.
L’udienza di Busto Arsizio si è tenuta il 9 gennaio, presenti alcuni rappresentanti del governo di Delhi. Il 10 gennaio i quotidiani indiani, tra cui l’Indian Express, riportano dettagliatamente i passaggi dell’interrogatorio in cui il magistrato Fusco chiede lumi ad Haschke sui 3 milioni versati al misterioso AP, che per il magistrato non è altro che Ahmed Patel.
L’attenzione dei media del subcontinente cade anche sulla lettera scritta da Mitchell a Peter Hulett (responsabile vendite Agusta Westland in India) che cita alcuni politici da “attenzionare”: Manmonah Singh (premier), Ahmed Patel, Pranab Mukherjee (presidente dal 2012), M. Veerappa Moily (ministro dell’Energia), Oscar Fernandes (ministro dei Trasporti), M.K. Narayanan (governatore del Bengala) e Vinay Singh.
Il 10 di gennaio, la stampa indiana batte la notizia che il governo deve ancora decidere se applicare il SUA Act, con eventuale pena di morte, nei confronti di Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, divenuti due pedine ostaggio della diplomazia italo-indiana.
I gandhiani devono per forza fare il muso duro e non mostrarsi filo-italiani per non perdere ulteriori consensi elettorali. In più lanciano un messaggio alle autorità italiane: “O insabbiate la vicenda delle tangenti Finmeccanica pagate ai nostri politici, oppure i marò rischiano la pelle”.
Il 9 ottobre si terrà il processo finale a Finmeccanica che trova indagato il Presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, che rischia 6 anni di carcere. Le conseguenze della sentenza potrebbero essere devastanti per il futuro di un’azienda ambita dalle Lobby internazionali ma, aspetto ancora più grave, potrebbe compromettere l’esito della liberazione dei due fucilieri della marina.
Per questo motivo, Fratelli d’Italia il 9 ottobre scenderà in strada per un sit-in davanti al tribunale di Busto Arsizio perché nessuno tenti di barattare la vita e il futuro di questi nostri soldati innocenti con loschi affari internazionali gestiti dalle solite lobby che stanno tentando di ridurre in schiavitù il nostro paese. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Settembre 2014
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