Arcisate – Stabio, scrive il sindaco di Induno: “Renzi, io la ribellione non la fermo più”

Il primo cittadino, Marco Cavallin, ha scritto al presidente del consiglio e al ministro dei trasporti Lupi, e chiama a raccolta i suoi cittadini per domenica

Marco CavallinPubblichiamo integralmente la lettera che il sindaco di Induno Olona Marco Cavallin ha scritto al Presidente del consiglio Matteo Renzi e al Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi.

Il primo cittadino di uno dei comuni più "colpiti"dall’opera ha inoltre convocato la cittadinanza per domenica 19 ottobre 2014 alle 10 presso l’area dell’ex passaggio a livello tra via Porro e Via Jamoretti, per manifestare pubblicamente contro i disagi subiti e le promesse disattese della popolazione indunese e della Valceresio.

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Vi scrivo colmo di angoscia e di rabbia per la situazione drammatica che sta vivendo ormai da anni il paese di cui sono Sindaco: Induno Olona, in provincia di Varese.
Induno Olona è pesantemente interessato dall’ormai lontano 2010 dai lavori di costruzione della nuova tratta ferroviaria Varese-Stabio; quello che doveva essere un intervento pesante ma di durata circoscritta nel tempo, si è trasformato nella più dirompente e devastante “grande opera all’italiana”, un enorme cantiere incompiuto, che fa scempio del territorio e su cui a oggi gravano pesanti dubbi sulla possibilità che sia portato a termine.
Oggi Induno Olona (come altri comuni della Valceresio) giace esausto e sventrato da un cantiere enorme e fermo, avvitato sul problema di come e dove stoccare le terre di scavo.

Nel protocollo d’intenti siglato proprio un anno fa (22 ottobre 2013) gli attori principali della vicenda (RFI, ICS e Regione Lombardia) avevano comunque individuato una soluzione al problema.  In estrema sintesi l’intesa contemplava tanto la ripresa dei lavori che non prevedessero scavi (seguendo un cronoprogramma che privilegi l’attenuazione dei disagi dei Comuni) quanto l’impegno a porre le basi per giungere a una transazione risolutiva del contenzioso in essere.  Il 19 febbraio 2014 si è giunti poi alla firma di un documento tra RFI, Ditta Appaltatrice e Regione Lombardia per far cessare il contenzioso avanzato dall’Impresa e per poter proseguire con le lavorazioni.  A fronte dell’accordo di cui sopra si era convenuto che entro il settembre 2014 il CIPE si riunisse per approvare il provvedimento relativo ai siti di stoccaggio definitivi.  Purtroppo tale riunione del CIPE è stata rinviata per ben due volte.
Questo ritardo ha avuto un immediato riflesso sulle attività di scavo non riavviate integralmente dall’Appaltatore, il quale a questo punto sta valutando la sussistenza delle condizioni per la prosecuzione delle lavorazioni, con possibilità di conseguente ulteriore slittamento della data di attivazione (attualmente prevista a giugno 2016).
Noi sul territorio assistiamo all’intera vicenda ormai sgomenti e increduli: questa riunione del CIPE continua a essere inspiegabilmente procrastinata, e noi viviamo quest’attesa avvilente e snervante come l’ennesima beffa di un trattamento che davvero non credevamo di meritarci.

Signor Primo Ministro, signor Ministro, Ve lo dico con chiarezza: dopo anni spesi a confortare, supportare e aiutare i tanti cittadini che da quest’opera sono stati letteralmente travolti, ma che in fase iniziale con coraggio e forza hanno deciso di accettare, consci della sua ultima utilità, io non credo di essere più in grado, come Istituzione e rappresentante dello Stato Italiano sul territorio, di tenere a freno la ribellione.
Una ribellione, e mi prendo la responsabilità nell’affermarlo, a questo punto condivisibile e legittima. Una ribellione che forse (non ancora, e speriamo mai lo faccia) non assume contorni di violenza, ma è ormai assai profonda, strisciante e non meno pericolosa: parlo del dilagare di una profonda sfiducia nei confronti di uno Stato incapace di gestire e condurre a termine un’opera pubblica. Impegnativa, forse, ma pur sempre un’opera pubblica a lungo studiata e progettata.  Assistiamo impotenti a un rimpallo continuo di responsabilità, a una burocrazia soverchiante, a un perenne dilatamento dei tempi di azione e di decisione.

Non ce la facciamo più!
Non è giusto che i nostri concittadini siano trattati in questo modo!
Non è più il momento dei tecnici che fanno spallucce e giustificano il loro immobilismo dietro beghe tecniche francamente risibili!
Abbiamo bisogno di risposte!

I cittadini Indunesi (e della Valceresio tutta) meritano rispetto e serietà, dopo anni di parole quasi mai seguite dalla concretezza delle azioni. Vi chiedo un aiuto, in nome di chi ancora crede nel rispetto delle Regole, della Buona Politica e nella Democrazia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Ottobre 2014
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