“Ecco cosa fa il comune per le politiche della casa”

L'assessore e vicesindaco Valeria Valioni risponde alle affermazioni dell'Udc sulla gestione dell'emergenza abitazioni

A proposito della nota UDC riportata sul sito di Varesenews: “il tema delle emergenze abitative è reale ma…omissis… in questi anni non si è fatto nulla o quasi: il recente invito ai proprietari di case sfitte a locarle a equo canone è debole, poco supportato da incentivi e privo di adeguata comunicazione. Meglio sarebbe stato passare dalle associazioni di volontariato che coinvolgono migliaia di persone a Saronno e la cui garanzia sarebbe stata percepita come forte rassicurazione dai proprietari immobiliari”.
 
Il progetto Lo.Ca.Re è un progetto innovativo, presente in formato simile solo in poche città italiane: è stato apprezzato in tutte le sedi in cui l’abbiamo presentato (regionali, fondazioni di housing sociale, istituti di ricerca sociale…). Ma non decolla: sono pochi i proprietari di casa che hanno risposto al bando mettendo a disposizione il loro immobile e quasi sempre gli alloggi proposti sono difficili da locare per spese condominiali alte o per ubicazione molto periferica. I motivi della resistenza da parte dei proprietari sono diversi, da analizzare caso per caso, ma in fondo riconducibili ad uno principale: paura della morosità. La garanzia del Comune, che copre 6 mensilità, le spese legali per lo sfratto, gli eventuali danni subiti ( con il valore di due mensilità di affitto) non viene percepita come sufficiente a ripagare il disturbo, la fatica, le arrabbiature e le preoccupazioni che un inquilino moroso procura, oltre ai danni economici, soprattutto per chi “ci è già passato”.

Ai signori “grilli parlanti” che parlano di garanzia da parte delle associazioni, come se esistessero associazioni disponibili ad investire migliaia di euro su un fondo di garanzia (una sola associazione l’ha fatto a Saronno e ne ha subito un grave danno economico, tanto da sospendere l’attività), chiedo l’onestà intellettuale di non millantare facili soluzioni, inesistenti, per un problema gravissimo che attraversa tutto il Paese e che sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie. L’Italia che ha puntato tutto sulla proprietà della casa e non si è curata , da 50 anni a questa parte, di avviare un serio programma di edilizia popolare, sta lasciando solo quel 15% che la casa non se l’è potuta comperare e che ora arranca di mese in mese per pagare affitti che portano via il 50-60% dello stipendio mensile (quando c’è uno stipendio). In Europa il valore medio dell’affitto è il 25% del reddito, cioè meno della metà.

Ecco perché puntiamo molto sulla promozione del canone concordato, fortemente defiscalizzato dal Governo ed anche (virtuosamente) dal nostro Comune: più proprietari l’attueranno, più potrà fungere da “calmiere” dei canoni di locazione del libero mercato che paiono insensibili alla crisi che strozza le famiglie. E se si vuole fare qualcosa di buono per la città si sostenga questa campagna che poggia, è vero, sui limitati mezzi economici dell’Amministrazione Comunale, ma che confida nel passa parola di cittadini attenti e sensibili. Sono pronta a scommettere che “un’adeguata comunicazione” sarebbe stata attaccata come “spreco di denaro pubblico”. Perché non si vuole dare un contributo ai problemi della città, ma solo costruirci sopra la campagna elettorale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Ottobre 2014
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