La storia del bambino autistico di Gallarate finita al Tg5
L'appello della mamma di un bimbo è passato nel servizio dell'Indignato Speciale. Il Comune replica: "Abbiamo attivato due forme di assistenza e aiutato la famiglia. Ho chiesto un incontro"
È l’appello di una mamma, che fatica a seguire il figlio autistico nelle attività quotidiane e che chiede un aiuto al Comune: un caso che riguarda Gallarate è finito al Tg5, nella rubrica dell’Indignato Speciale, condotta da Andrea Pamparana, giornalista di lungo corso in Mediaset. Il servizio si affida alle parole della mamma del bimbo, la signora Picone (non nomineremo il nome del figlio per tutela di un minore): «La mamma attende la risposta dal mese di marzo, sette mesi di speranza e delusione» spiega la giornalista a cui è affidato il servizio. «Scrivono sul sito che aiutano ai disabili e danno sostegno alla famiglia, ma finora mi hanno trattata malissimo», dice la signora Picone, che deve fronteggiare le difficoltà di relazione del bimbo nella vita di tutti i giorni e che ha avuto una sentenza per vedere riconosciute (dall’Inps) le esigenze del figlio. Il servizio raccoglie l’appello, ma poi non viene riportata nessuna risposta delle istituzioni. «Nessuno del Tg5 ci ha contattato» dice Margherita Silvestrini, assessora ai servizi sociali del Comune di Gallarate. A dire il vero non è la prima volta, con la rubrica del Tg5: già nel 2009 emerse un caso simile a Cuveglio, quella volta fu il sindaco a sentirsi «indignato con il Tg5» (clicca qui per la storia)
Per questo abbiamo quantomeno deciso di contattare noi il Comune di Gallarate, per capire quale sia la situazione. L’assessora Silvestrini è consapevole delle difficoltà delle famiglie con bambini autistici e ricostruisce i passaggi, dopo aver verificato con gli uffici: «Il bambino già usufruisce di un’assistenza educativa a scuola a carico del Comune, oltre all’insegnante di sostegno. A marzo la mamma ha inoltrato una richiesta di accompagnamento del bambino in altre ore, per il catechismo: il nostro operatore ha specificato che l’assistenza educativa deve essere a supporto di una progettualità educativa (ad esempio in ambiente scolastico, ndr), cionostante abbiamo cercato di fare parte attiva, per agevolare la socializzazione del bambino. Tanto che abbiamo erogato 125 ore in 6 settimane, per l’inserimento durante l’oratorio feriale: per la prima volta il bambino ha potuto frequentare l’oratorio feriale. Abbiamo garantito questo servizio rispondendo anche alla flessibilità chiesta dalla famiglia, per un servizio che non è obbligatorio».
La richiesta di accompagnamento pomeridiano – riconosce l’assessore – rimane aperta: «La mamma è stata accompagnata ad aprile nella richiesta di un finanziamento ad un fondo per l’aiuto alla famiglia, per interventi che non rientrano nella sfera educativa ma per esigenze della vita quotidiana». È il cosiddetto "Dgr 740", la cui applicazione però è in mano all’ASL e che potrebbe dare 600 euro al mese per 6 mesi, più eventuale proroga. «Sui tempi lunghi mi sento di dare ragione alla mamma, ma l’Asl ha in carico casi diversi e deve fare gli approfondimenti del caso». Finora la madre del bimbo ha sempre avuto a che fare con gli uffici, l’assessora dice di essere sempre disponibile ad un incontro.
Da ultimo, l’assessore richiama anche il lavoro fatto sul tema in generale, al di fuori del caso specifico: «Questa amministrazione sulla disabilità investe moltissimo e ha incrementato gli stanziamenti di anno in anno» dice Margherita Silvestrini. «Nel caso specifico dell’autismo abbiamo cercato di incentivare una rete sul territorio di sostegno per questa specifica difficoltà: per esempio c’è un accordo con Officina 025 che sostiene i ragazzi autistici, abbiamo garantito una sede. In più collaboriamo con i vari enti, neuropsichiatria, scuole, studi neuropsichiatria, studiando gli interventi necessari». Le famiglie toccate dall’autismo sono tante, tante sono le insidie burocratiche da fronteggiare e il rischio della solitudine: quella della famiglia gallaratese è una storia fatta anche di difficoltà e fatica, che forse avrebbe meritato almeno un approfondimento.
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