Vi racconto le donne dei boss
Gli studenti del liceo classico Cairoli di Varese hanno ascoltato il magistrato della direzione antimafia di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, che ha parlato di legalità e ruolo delle donne nella criminalità organizzata
Due ore intense e di grande attenzione da parte degli studenti del liceo classico Cairoli di Varese quelle della mattinata di sabato 25 ottobre presso Villa Recalcati, dove il magistrato della direzione antimafia di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, ha parlato di legalità e ruolo delle donne nella criminalità organizzata. La dottoressa, nota alla stampa per aver seguito il pentimento di Giuseppina Pesce, figlia, sorella e nipote di boss di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta, ha parlato ai giovani con semplicità e chiarezza, raccontando la propria carriera fatta di sacrifici, scelte e soddisfazioni che l’hanno portata a lavorare al fianco del Procuratore Giuseppe Pignatone dal 2010.
«Nonostante la diffidenza verso le donne dovuta principalmente a motivi culturali, siamo infatti tre magistrati donne su 100 sul suolo nazionale, ho avuto l’opportunità, grazie a Pignatone che io amo definire "illuminato", di scavare a fondo sulla questione della criminalità organizzata in Calabria. È un argomento che, diversamente da quanto pensano in tanti, riguarda tutti e non solo il Sud dell’Italia. Voi giovani, che siete i rappresentanti del domani, avete il dovere di conoscere ciò che garantisce sicurezza e giustizia al nostro paese».
Dopo un inizio tutto rivolto agli studenti, il magistrato ha portato la testimonianza dei casi Pesce, Cacciola e Garofaro, di cui si è occupata in prima persona, e ha approfondito il ruolo delle donne all’interno dell’organizzazione criminale calabrese che conta ormai troppe presenze su tutto il territorio nazionale.
Ad essere intervenute all’incontro, anche il vicario del questore di Varese, Maria Dolores Rucci e il comandante della compagnia Carabinieri varesina, Gerardina Corona, che hanno parlato della propria esperienza ricordando quanto sia fondamentale l’amore verso la professione, specialmente in un lavoro delicato e importante quanto il loro. Le tre testimonianze, ospiti dalla splendida villa varesina, hanno confermato la volontà, da parte dello stato italiano, di seguire una strada già intrapresa, e per gran parte percorsa, da Giovanni Falcone, che dal passato parla con straordinaria attualità: "è tempo per gli italiani di andare avanti con l’impegno ordinario di tutti: la giustizia".
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