È nato a Viggiù il brevetto che rende sicure le scatole dei farmaci

La Igb srl, piccola azienda specializzata nel packaging dei medicinali, ha inventato una scatola che permette di individuare se una confezione di farmaci è stata manomessa

Se un giorno potrete aprire la vostra scatola di farmaci ed essere certi che nessuno lo abbia fatto prima di voi, dovete dire grazie alla famiglia Bressan, titolare della Igb srl, piccola azienda di Viggiù specializzata nella progettazione e produzione di packaging, soprattutto di medicinali.
Fondata nel 1968 dal capostipite Dino, la filosofia aziendale si fonda da sempre su innovazione e qualità, principi a cui la seconda generazione, rappresentata dai figli Alessio, Michel ed Elisabetta, continua a ispirarsi. «Noi investiamo il 5% del nostro fatturato (6 milioni di euro circa, ndr) in ricerca e sviluppo – spiega Alessio Bressan (foto sopra) – non stampiamo solo i file che ci fornisce il cliente, ma proponiamo nostre soluzioni».
La Igb non è dunque un semplice subfornitore delle case farmaceutiche, ma grazie al suo staff di designer e ingegneri si presenta ai vari clienti come e un vero e proprio partner produttivo. Il nuovo brevetto ideato da Michel Bressan, ingegnere gestionale con una laurea alla Liuc di Castellanza e considerato il creativo di famiglia, è destinato a rivoluzionare il mercato delle confezioni dei farmaci, come spiega lo stesso imprenditore: «Innanzitutto non implica un cambiamento delle macchine di confezionamento dei nostri clienti, il cartone usato per le confezioni è sempre lo stesso e se guardiamo i costi risulta ancora più interessante, perché costa la metà di un’etichetta adesiva, garantendo però una sicurezza pressoché totale sull’integrità della scatola di farmaci e quindi sull’assenza di manomissione del suo contenuto».
L’idea, come tutte le invenzioni geniali, è molto semplice: nella scatola è inserita una linguetta di cartone, una sorta di amo, che al primo tentativo di manomissione viene agganciata e tranciata di netto, senza alcuna possibilità di ricomporla o riposizionarla nello stato originale.
«L’ispirazione – spiega Michel – mi è venuta mentre avevo in mano un pacchetto di liquirizie. Osservando la scatola ho ragionato sul meccanismo di apertura e chiusura dall’alto. Mi sono precipitato nel reparto di progettazione è guardando il nostro collaboratore Alberto ho detto: “Ho un’idea”».

La realizzazione del prototipo non è stata immediata. I tecnici della Igb hanno coinvolto i clienti e dopo alcune prove, variazioni e aggiustamenti la “scatola sicura” è approdata alla fiera di settore di Parigi, dove alcune case farmaceutiche, soprattutto americane e polacche, si sono dimostrate molto interessate al suo acquisto. Sul brevetto, che è stato depositato ed è già entrato in produzione, i funzionari del ministero non si sono ancora pronunciati anche se l’azienda ha già avuto un confronto con l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco).
L’industria di Viggiù – così la chiama il suo fondatore – nata come classica stamperia ha fatto dell’innovazione di prodotto e di processo le sue principali armi di competizione, aspetti che la proprietà ha sempre sviluppato con un occhio rivolto alla sostenibilità ambientale e sociale, a partire dal rispetto e dalla garanzia dei valori che stanno a monte della produzione, come la ripiantumazione delle foreste, i criteri di coltivazione e le persone coinvolte nella lavorazione. «Mio padre – conclude Alessio Bressan – ha sempre investito in azienda insegnandoci che se vuoi garantire standard elevati e certificazioni di qualità su prodotti e sicurezza, richiesti soprattutto dai clienti stranieri, è l’unica via da seguire».

 

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Novembre 2014
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