Una sagra al giorno toglie il commercio di torno

La denuncia di Confcommercio: in provincia di Varese le sagre e le manifestazioni dove si commerciano prodotti e si fa ristorazione sono quasi una al giorno, hanno cioè una densità doppia rispetto alla media nazionale


Sagre, feste della birra, eventi con ristorazione di strada, vendite di beneficenza e per finanziare la ricerca. L’elenco di Confcommercio Varese potrebbe andare avanti all’infinito ma la conclusione è sempre la stessa: in molti casi si tratta di concorrenza sleale nei confronti dei commercianti stanziali. «Niente scontrini, niente iva, niente fattura» commenta con un sorriso amaro Antonella Zambelli, presidente della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e commerciante del centro città. Sa benissimo che questo argomento è un terreno scivoloso perché molti eventi organizzati da proloco, associazioni e gruppi organizzati hanno, almeno sulla carta, una finalità benefica: raccogliere soldi da dare in beneficenza o per finanziare progetti sul territorio. Il problema è capire chi lo fa veramente e chi no. «La questione non si pone per quelle sagre che hanno una tradizione popolare radicata sul territorio – continua Zambelli- ma negli ultimi anni si sono moltiplicate a dismisura».
Il dato fornito da Sergio Bellani, segretario generale di Uniascom, sembra confermare il sospetto che tutta questa beneficenza per qualcuno, non per tutti, sia un bel business personale: «Gli eventi, le sagre e le manifestazioni dove si commerciano prodotti e si fa ristorazione in provincia di Varese sono quasi una al giorno, hanno cioè una densità doppia rispetto alla media nazionale. Tutto questo va regolamentato».
Secondo Ascom la soluzione per evitare questo fenomeno, senza danneggiare i soggetti che sono in buona fede, sarebbe la calendarizzazione degli eventi e controlli molto stretti da parte della polizia locale e dei funzionari comunali. «Non contestiamo le vendite che finanziano la ricerca per particolari malattie – conclude Bellani – quanto piuttosto quelle attività che fanno capo a pseudofondazioni che alimentano un sottobosco poco trasparente».


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2014
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