Inceneritore, i Cinque Stelle contro Farioli: “Intervento a gamba tesa”
Il Movimento 5 Stelle critica la scelta del sindaco di intervenire nel dibattito sulle soluzioni da intraprendere per l'inceneritore Accam di Borsano e chiedono un incontro pubblico nel quale confrontarsi
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Movimento 5 Stelle di Busto Arsizio in merito alla questione del futuro dell’inceneritore Accam di Borsano e le relative strategie elaborate dal tavolo tecnico per superare il progetto di revamping totale dell’impianto di incenerimento. I pentastellati, in particolare, se la prendono con le esternazioni del sindaco di Busto Gigi Farioli che ha minacciato di chiudere del tutto Accam e richiedere il terreno bonificato se, tutti i comuni che fanno parte della società, non prenderanno una decisione unitaria sul da farsi entro il 22 dicembre.
Tanto per non smentirsi il Sindaco di Busto Arsizio entra a gamba tesa nel dibattito in corso sul futuro dell’inceneritore, minacciando la chiusura immediata dell’impianto (e la restituzione del sito bonificato) se i comuni soci non decideranno in fretta che cosa fare.
Nonostante il Sindaco dichiari di essersi astenuto da qualsiasi dichiarazione è apparso nei giorni scorsi un articolo dove si parlava di un incontro tra i sindaci di Gallarate, Legnano e Busto per un accordo su un possibile revamping di una linea.
Del resto ci sembra assurdo chiedere una decisone entro il 22 dicembre senza tenere conto che il tavolo tecnico non ha ancora concluso i lavori, minacciando poi un’improbabile e immediata chiusura dell’impianto che non converrebbe in primis a Busto Arsizio: che in qualità di maggiore socio avrebbe le massime spese da coprire e la massima svalutazione da assorbire. Senza contare che non percepirebbe più il lauto affitto del terreno contrattualizzato con Accam fino al 2025, circa 750 mila € l’anno.
In ambito strettamente economico ci permettiamo provocatoriamente di dare un suggerimento ai sindaci-soci e al CdA di Accam: a bilancio ci sono accantonati 8 mln € come crediti esigibili da Busto Arsizio: tali soldi anziché essere utilizzati per pagare l’affitto dei prossimi 10 anni potrebbero essere utilizzati per la bonifica.
Come Movimento 5 Stelle siamo sorpresi da questa presa di posizione, che rigira e manipola la realtà a proprio uso e consumo (come spesso ama fare il nostro sindaco) e di cui non se ne capisce il motivo visto che il dibattito tra i soci si sta avviando proprio ora, e non ci sono gli elementi per poter prendere una decisione vincolante in questo momento.
La posizione di Busto Arsizio, anche se non dichiarata ufficialmente, l’abbiamo potuta constatare in questi mesi: assistendo ad una presentazione del lavoro del tavolo tecnico in comune (martedì 4 novembre) fatta con la presenza del solo AD di Accam (Giorgio Ghiringhelli) senza gli altri tecnici del tavolo, il quale ha volutamente forzato l’opinione dei presenti verso la scelta di un revamping. Lo stesso Sindaco in quella occasione prese le distanze dai comuni che stanno portando avanti l’idea della sola Fabbrica dei Materiali.
A seguito di tale presentazione abbiamo fatto delle analisi approfondite sui dati mostrati e abbiamo chiesto di poter essere auditi in commissione. Nessuna risposta ci è stata comunicata, il che dimostra la totale chiusura al dialogo da parte di questa amministrazione (che invece ci è stato accordato da altre amministrazioni del consorzio).
Riteniamo responsabili di questa distorsione del lavoro svolto dal tavolo tecnico l’Amministratore Delegato di Accam e il suo Presidente, che in maniera "terroristica" e demagogica hanno manipolato, omesso e strumentalizzato dati circa l’occupazione, la svalutazione dell’impianto (che non può essere inserita nel conto economico), costi, ricavi e degli introiti sugli incentivi (che vengono considerati invariati per i prossimi 20 anni, quando ci sono molti indicatori che dicono che caleranno). Per questi motivi riteniamo che sarebbe doveroso da parte dei soci chiederne le dimissioni.
Lo spegnimento dell’inceneritore a favore di impianti alternativi (quali la Fabbrica dei Materiali) è una strada percorribile e condivisibile con le altre amministrazioni del consorzio, anche a tutela dei lavoratori dell’azienda che altrimenti si troverebbero senza un lavoro da un giorno all’altro. A proposito Sindaco, questo non era un aspetto dirimente durante la sua presentazione in Consiglio?
Chiediamo, come lo hanno fatto le Associazioni Ambientaliste e soprattutto come ha ribadito il Sindaco Farioli nella sua "lettera-minaccia", che venga istituito un incontro pubblico aperto a tutta la cittadinanza. Con i risultati del tavolo tecnico a disposizione di tutti e in totale trasparenza.
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