L’accordo su Accam? “Abbiamo deciso di non decidere”
Nulla di fatto nell’assemblea dei sindaci che avrebbe dovuto decidere il futuro dell’impianto. Ci saranno 30 giorni di proroga per approfondire le richieste dei Primi Cittadini. Grande assente Gigi Farioli
22 dicembre. Era questo il termine perentorio fissato da Gigi Farioli per decidere il futuro di Accam. Ma alla fine c’è stata un nuovo rinvio. L’ennesimo. L’assemblea dei sindaci dei comuni soci dell’inceneritore di Busto Arsizio si è conclusa con una proroga di altri 30 giorni. «Abbiamo deciso di non decidere», commentano i primi rappresentanti locali mentre escono dall’impianto, avvolto dalla nebbia.
Un rinvio, l’unica via d’uscita per una situazione bloccata su posizioni diametralmente opposte. «Abbiamo chiesto assicurazioni sul fatto che, una volta avviata la fabbrica dei materiali, ci siano abbastanza rifiuti da bruciare», spiega ad esempio il Sindaco di Legnano, Alberto Centinaio. La sua città è infatti una delle più interessate al mantenimento attivo di almeno uno dei forni, al quale si vorrebbe allacciare la rete di teleriscaldamento. «Gallarate ha presentato invece la sua proposta, forte dell’approvazione da parte del consiglio comunale», commenta il suo primo cittadino, Edoardo Guenzani: un adeguamento minimo degli impianti mentre si avviano la fabbrica dei materiali e l’impianto di trattamento dell’umido.
Una posizione di conciliazione che potrebbe trovare appoggi anche nella pattuglia -sempre più folta- di primi cittadini che chiedono lo spegnimento dei forni. «La richiesta di rinvio è stata appoggiata da tutti -spiega Tiziano Torretta, vice sindaco di Vanzaghello- anche dal comune di Busto». Ma l’azionista di maggioranza dell’impianto (nonché comune che lo ospita) non è statorappresentato dal suo sindaco Gigi Farioli. E’ stato invece l’assessore a sport e ambiente, Alberto Armiraglio, a portare avanti la posizione della città che potrebbe essere in linea con quella di Gallarate.
Nel frattempo, per tutta la durata dell’assemblea, un piccolo gruppo di attivisti ha presidiato l’area dell’inceneritore protestando per la decisione di tenere la seduta a porte chiuse. «Questo è un rottame -commentano- chiudiamolo e apriamoci al futuro». Un futuro che dovrebbe essere scritto a fine gennaio. Salvo nuovi rinvii.
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